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L'invenzione dello spettrofotometro

8/1/1935

L'invenzione dello spettrofotometro

L’8 gennaio 1935 A.C. Hardy brevetta lo spettrofotometro, lo strumento che studia gli spettri elettromagnetici e la luce visibile, permettendo, tra l’altro, di misurare la concentrazione delle soluzioni. Qualunque sostanza, sollecitata da radiazioni elettromagnetiche, quali le radiazioni luminose, assorbe in quantità variabile l'energia che ne proviene, utilizzandola per un incremento dell'energia molecolare, passando da uno stato energetico "fondamentale" ad uno stato "eccitato". La branca che studia il comportamento della materia in questo campo va sotto il nome, appunto, di "spettrofotometria di assorbimento". Gli studi in questo campo affondano negli esperimenti sulla luce che vennero condotti dal 1676 da Newton. Nel 1905 arriverà il metodo messo a punto da Munsell per classificare i colori e nel 1931 lo studio di Kubelka-Munk sulle equazioni che permettono di calcolare la curva di riflettanza di una miscela di pigmenti. Si dovrà attendere quindi nel 1967 per collegare lo spettrofotometro ad un calcolatore digitale. Dal 1978 l’inizio della diffusione dei sistemi colore basati sui microprocessori. (Red)

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