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ISRAELE, ‘MIO FIGLIO
RAN ULTIMO OSTAGGIO’

ISRAELE, ‘MIO FIGLIO <BR>  RAN ULTIMO OSTAGGIO’

In un'intervista a Il Corriere della Sera, Talik Gvili, la madre di Ran Gvili, sergente maggiore dell'Unità antiterrorismo Yamas, ha espresso la sua angosciosa e ferma speranza per il figlio, considerato l'ultimo ostaggio trattenuto a Gaza dal 7 ottobre di due anni fa. Nonostante l'esercito israeliano abbia dichiarato Ran morto il 30 gennaio 2024, sostenendo che le sue gravi ferite "sarebbero state fatali senza cure adeguate", Talik Gvili si oppone a questa conclusione. Dalla sua casa a Meitar, vicino a Be'er Sheva, la madre ha confessato di vivere in un tempo sospeso, mantenendo viva la sua tenace speranza. Riguardo alla condizione di Rani, che si presume sia detenuto a Zeitoun, in un'area controllata dalla Jihad islamica, Talik confida: "Io spero ancora" e "ho uno 0,001 per cento di speranza che lo sia [vivo]. Lo so, è pochissimo, ma io e la mia famiglia dobbiamo tenere accesa questa possibilità". Contestando la convinzione dell'esercito, ha aggiunto: "Mi hanno detto che senza cure appropriate nelle sue condizioni non si poteva sopravvivere, e loro erano convinti che nessuno lo avesse curato. Ma magari non è andata così. Magari lo hanno curato. In ogni caso noi siamo qui. Lo aspettiamo. tutto il Paese lo aspetta". La donna ha sottolineato che la liberazione di Ran è essenziale per l'avanzamento dei negoziati regionali, poiché la "Fase 2" per Gaza (che prevede disarmo e ricostruzione) è condizionata al rilascio di tutti gli ostaggi e spiega: "Senza il suo ritorno non si andrà da nessuna parte. Nel nostro popolo il consenso è totale e trasversale. Destra, sinistra, religiosi e laici sono d'accordo: non accetteremo nessuna seconda fase se Rani non ci sarà restituito. Lui chiuderà il cerchio e nel suo nome ci sarà finalmente un cambiamento strategico in tutto il Medio Oriente. Me lo assicurano tutti i politici". Talik ha anche riportato una promessa del premier Netanyahu e ha espresso il suo orgoglio, credendo che Ran sarebbe contento di essere l'ultimo, poiché metteva sempre al primo posto la sicurezza degli altri: "Anche da ostaggio sono sicura che avrebbe ragionato così: fate uscire prima gli altri, io vado per ultimo. Era un suo ragionamento tipico e noi, a casa, siamo orgogliosi di lui". Riguardo a Hamas e alla Jihad, la madre respinge le loro dichiarazioni: "Non è vero che non sanno dove sia, come giurano. Stanno infrangendo le regole del piano di pace in modo intenzionale per non arrivare alla fase 2, per non parlare di disarmo e continuare a controllare la popolazione dei poveracci palestinesi di Gaza". Ricordando l'ultimo giorno, Talik racconta che Ran, pur essendo in malattia con una spalla malmessa, si è infilato la divisa ed è uscito appena arrivato l'allarme, arrivando fino al kibbutz Alumin; l'ultima comunicazione è stata una chiamata al fratello alle 9:45: "Non posso parlare, sto combattendo, sono ferito. Ma non dirlo a mamma e papà...". (12 dic - red)

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