Polemisti, opinionisti, capaci di contrapporsi al pensiero unico dominante; testimoni dei cambiamenti della storia, acuti osservatori della realtà italiana. Ma soprattutto, oltre che due fra i più grandi scrittori del Novecento italiano, intellettuali in grado di vedere e prevedere l'evoluzione di un mondo nel quale attecchivano i primi semi della società odierna. Ben si addice, dunque, a Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini la definizione di “ultimi eretici” scelta per il titolo della conferenza di Davide Luglio e Bruno Pischedda nella serata che la Dante Alighieri di Monaco ha organizzato nei giorni scorsi al Théâtre des Variétés di Monaco. Un evento, con il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia, coinciso con la ricorrenza dei 100 anni della nascita di Sciascia e Pasolini (2021-2022). “Cento anni sono molti - ha esordito Bruno Pischedda, docente e scrittore, rivolgendosi al pubblico di soci ed amici della Dante - eppure di Sciascia e Pasolini non si è mai smesso di parlare. Sono due figure accomunate dall'essere intellettuali non solo impegnati, ma impegnati nel confronto civilmente sempre molto acceso, incandescente con il potere. Tutti e due ci hanno lasciato un'eredità letteraria ingente e grandi polemiche e dibattiti, alcuni dei quali ancora vivi e attuali”.
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