Un team di ricercatori coordinato dal professor Paolo Tarolli, dell'Università di Padova, ha studiato le cause globali dell'intrusione del cuneo salino nell'agricoltura costiera e quantificato le aree a rischio. La ricerca, pubblicata su Environmental Research Letters, è guidata dalla dottoressa Aurora Ghirardelli. L'agricoltura costiera è fondamentale per la produzione alimentare globale, ma è minacciata dal cuneo salino, che causa scarsità di acqua dolce, salinizzazione del suolo e danni alle colture. I cambiamenti climatici e le pressioni antropiche aggravano questo fenomeno, mettendo a rischio la sicurezza alimentare in regioni come i delta del Nilo, del Mekong e del Gange-Brahmaputra-Meghna. Nonostante l'importanza globale del fenomeno, manca una visione complessiva dell'impatto sulla sicurezza alimentare costiera. Lo studio, intitolato Global impact of seawater intrusion on coastal agriculture, analizza le principali cause e gli hotspot, come il Mediterraneo e il Sud-Est asiatico. Utilizzando dati satellitari e territoriali, è stata creata una mappa delle aree vulnerabili, stimando circa 87 milioni di ettari potenzialmente a rischio. I fattori scatenanti sono l'innalzamento del livello del mare, la siccità e l'eccessivo prelievo dalle falde acquifere. Le proiezioni future mostrano il rischio crescente per aree come il Nord America, l'India e il Sud-Est asiatico, con possibili migrazioni di massa verso regioni più sicure. Il miglioramento delle strategie di adattamento è cruciale per sostenere l'approvvigionamento alimentare. (9colonne)
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