Cracovia - In occasione dell’80esimo anniversario della liberazione di Auschwitz, l’Istituto italiano di cultura di Cracovia ospita la mostra “Echi di speranza: arte e memoria dell’Olocausto” per onorare le vittime della Shoah esplorando i loro ricordi, la resilienza e l’eredità artistica, ricollegandosi alla corrente successiva degli artisti contemporanei cosiddetti “empatici” nella loro rielaborazione attualizzante della memoria dell’Olocausto. Organizzata dall’Iic in collaborazione con il Goethe-Institut Krakau e il Centro studi Movimenti di Parma, “Echi di speranza” non è solo una mostra sulla Memoria dell’Olocausto, ma un’iniziativa di carattere transnazionale per promuovere l’impegno civico contro l’odio e l’intolleranza nel presente e nel futuro grazie a una rosa di artisti passati e viventi. È divisa in due sezioni, “Passato” e “Presente”: la prima sezione esamina le esperienze di alcuni artisti deportati, con opere prodotte nei campi di sterminio di Auschwitz e Sachsenhausen. In mostra i disegni originali conservati nei due musei opera di due artisti internati, Hans Peter Hirschweh (Peter Edel) e Leo Haas, prigionieri nei due campi. La sezione dedicata al presente, Riflessioni sull’Eredità dell’Olocausto, presenta opere d’arte contemporanea dedicate dagli artisti all’esplorazione dei temi del trauma intergenerazionale, della giustizia sociale e della responsabilità collettiva, come sinonimi di educazione e impegno civico. Buona parte delle opere esposte sono realizzate appositamente per la mostra. La sezione coinvolge artisti di diverse nazionalità: Francesco Berti, Emanuele Torti, Davide Fabrizio Brusá, Giuseppe Calandriello, Damiano Dzalagonia, Alan Schechner, Jane Korman, Susanne Ludwig, Luca Manduca, Giorgio Ortona e Leo Contini Lampronti. (9colonne)