MILANO: A SPASSO TRA CAVALLI LEONARDESCHI
In occasione del 500mo anniversario della morte di Leonardo da Vinci, i Cavalli di Design realizzati da Snaitech all’interno del progetto Leonardo Horse Project, lasciano l’Ippodromo Snai San Siro, dove sono rimasti durante tutta la Design Week – quale omaggio alla maestosa statua di bronzo equestre leonardesca simbolo dell’ippodromo -, per prendere posizione in zone simbolo di Milano, dove resteranno fino al 30 ottobre. Grazie ad una app di realtà aumentata, cittadini e turisti possono interagire con i cavalli ed una funzione di geolocalizzazione permette di trovare i luoghi. In Piazza XXIV Maggio è collocato il destriero nato dalla collaborazione tra Andrea Mancuso (Analogia Project) e lo studio di moda Miaoran e ornato da una preziosa gualdrappa, che richiama la tradizione medievale e rinascimentale. Piazza Olivetti è la casa di Eolonard, il destriero alato dello scultografo Daniele Papuli il cui nome nasce dall’anagramma tra il nome di Leonardo e quello di Eolo, dio dei venti. A Piazza Portello è posizionato Colornori, dal coreano giocare con il colore. L’opera del designer tedesco Markus Benesch è avvolta da nastri colorati che diventano decoro del manto del Cavallo, dal muso fino ad arrivare agli zoccoli. Una piccola deviazione consente alle migliaia di passanti che quotidianamente affollano Corso Vittorio Emanuele di ammirare lo splendido destriero realizzato dallo stilista Antonio Marras. Il chiostro dell’Università Statale di Milano è la casa del magnifico unicorno realizzato da Simone Crestani. In Piazza XXV Aprile si ammirano i Cavalli di Serena Confalonieri, in piazza Sant’Ambrogio quelli di Mario Trimarchi, in piazza San Carlo quelli di Marcel Wanders, in piazza Duca d’Aosta, quelli di Roberto Fragata. Poi toccherà a quelli di Marcelo Burlon (dal 30 giugno al Parco City Life), di Elena Salmistraro (dal 2 settembre in Piazza Missori), Matteo Cibic (dal 31 agosto alla Biblioteca degli alberi) e Vito Nesta (dal 2 settembre alla Rotonda della Besana). (PO / red)
MILANO: L'ORO INVISIBILE DI GIULIO MANFREDI
Fino al 9 luglio la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, scrigno di tesori inestimabili, ospita la mostra L’oro invisibile, in occasione delle celebrazioni del cinquecentenario dli Leonardo, che si compone di tredici opere, ideate da Giulio Manfredi con materiali e pietre preziose, ciascuna di esse dedicate ai personaggi dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, conservata al Cenacolo di Santa Maria delle Grazie a Milano.(red)
TORINO: L’ARCHIVIO PUBLIFOTO INTESA SANPAOLO 1939-1981
Camera - Centro Italiano per la Fotografia di Torino, ospita fino al 7 luglio la mostra “Nel mirino - L’Italia e il mondo nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981”, prima organica ricognizione sullo straordinario patrimonio dell’Agenzia, acquisito nel 2015 da Intesa Sanpaolo che, attraverso il proprio Archivio storico, lo conserva, restaura, studia e valorizza anche con il supporto di esperti, come è avvenuto in occasione della realizzazione di questa mostra. Curata da Aldo Grasso e Walter Guadagnini, l’esposizione presenta alcuni degli episodi cruciali della storia e della cronaca italiane e mondiali in un periodo che va dal 1939, anno in cui Vincenzo Carrese volle chiamare “Publifoto” la sua agenzia - nata a Milano nel 1937 con il nome Keystone -, fino al 1981, anno della scomparsa del fondatore. Quasi mezzo secolo di eventi raccontati attraverso 240 immagini realizzate dai fotografi di quella che è stata per un lungo periodo l’agenzia fotogiornalistica più importante del Paese. Sono gli anni d’oro del fotogiornalismo e, per evidenziare il legame inscindibile tra le immagini e la stampa del tempo, la mostra è costruita sul modello di una rivista illustrata, attraverso le sezioni dedicate alla politica, alla cronaca, all’estero, al costume, alla società, alla cultura e allo sport. All’interno di queste sezioni, il focus cade su fatti e personaggi che hanno dato un’impronta decisiva a questi anni, e alle storie che, anche grazie all’abilità dei fotografi, sono divenute parte integrante dell’immaginario collettivo del XX secolo. Tra le numerose vicende riportate alla luce si segnalano, per rilievo storico, mediatico o fotografico, il referendum e la proclamazione della Repubblica Italiana nel 1946, le conseguenze dell’attentato a Togliatti del luglio del 1948, le storie criminali di Rina Fort e del sequestro di Terrazzano, l’alluvione del Polesine, la tragica fine del Grande Torino, il concerto dei Beatles a Milano, la costruzione della rete autostradale italiana, i protagonisti di Cinecittà. Un autentico viaggio nella storia e nella cronaca, attraverso gli scatti - talvolta vintage, talvolta ristampati a partire dai negativi presenti nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo - di autori come lo stesso Carrese, Fedele Toscani, Tino Petrelli, Peppino Giovi, Carlo Ancillotti e di altri collaboratori dell’agenzia, a volte rimasti anonimi. (red)
LIGNANO SABBIADORO: CINEMA IN BIKINI
La città di Lignano Sabbiadoro festeggia il 60mo anniversario dell'istituzione del Comune e inaugura l'apertura della stagione estiva con la mostra "Cinema in bikini. Italiani al mare: manifesti 1949-1999", a cura di Andrea Tomasetig ed Enrico Minisini, presentata nel suggestivo spazio espositivo della Terrazza a Mare fino al 17 luglio. L'esposizione, grazie alla nutrita e prestigiosa Collezione Minisini, di cui vengono proposti un centinaio tra manifesti, locandine e fotobuste, offre uno spaccato dell'Italia e degli italiani dalla metà del Novecento alle soglie del nuovo millennio attraverso il filone tutto made in Italy del cosiddetto "cinema balneare". Osservando i materiali pubblicitari dei film dal 1949 al 1999, è possibile scoprire vere e proprie opere d'arte della "scuola italiana del manifesto cinematografico", come la definisce Stefano Salis, tra le più importanti e riconoscibili a livello internazionale, a firma di grandi "pittori del cinema" come Enrico De Seta, Sandro Symeoni, Nano (Silvano Campeggi), Anselmo Ballester, Angelo Cesselon, Alfredo Capitani, Giorgio Olivetti, Renato Casaro per citare alcuni nomi presenti in mostra, nonché stimolare una riflessione sul ruolo del manifesto cinematografico, richiamo primario per l'occhio e la curiosità del potenziale spettatore. Il cuore della rassegna la sezione dedicata agli anni Cinquanta e Sessanta, età di un più diffuso benessere, del "boom economico", fervida per la commedia all'italiana: sono gli anni della Tv, dei grandi elettrodomestici, della Fiat 500 e delle località balneari, dalla Riviera adriatica a Ischia, Capri e Taormina. Tutti gli attori famosi e i divi più popolari, da Alberto Sordi - che prenderà una casa proprio a Lignano in località Pineta - a Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Aldo Fabrizi, Totò, Franco e Ciccio, Raimondo Vianello, Vittorio Gassman e molti cantanti in voga, come Mina, Ornella Vanoni, Jimmy Fontana, Miranda Martino, Gianni Meccia, Enrico Polito chiamati a interpretare i "tormentoni" dell'estate - uno su tutti Pinne fucile ed occhiali di Edoardo Vianello nel film Canzoni... in bikini di Giuseppe Vari del 1963 - sono presenze importanti in queste pellicole, che via via definiscono i personaggi tipici del bagnino, del commendatore donnaiolo, del playboy, della ragazza in cerca di marito, delle mogli al mare e dei mariti in città, all'insegna di umorismo e comicità. Con gli anni Settanta il filone balneare si evolve in film più sessualmente espliciti e poi nei cinepanettoni, tipici dei fratelli Vanzina, anni Ottanta e Novanta, e nella comunicazione si passa dal manifesto disegnato a quello fotografico, così come dal bikini si arriva al topless. Il percorso espositivo termina quindi con la locandina di un film simbolo della società italiana in vacanza al mare a metà anni Novanta: Ferie d'agosto del 1996 di Paolo Virzì. Lignano oggi è la terza località italiana del settore per presenze turistiche ed è, da allora, un luogo legato a opere e uomini significativi della cultura del '900. Dall'architetto Marcello D'Olivo che progettò la chiocciola di Pineta, a Ernest Hemingway che la definì la "Florida d'Italia"; dal multiforme scrittore e intellettuale Leonardo Sinisgalli con la sua bella villa, allo scrittore Giorgio Scerbanenco, caposcuola del genere noir che vi trasferì la residenza (il suo archivio è conservato nella locale Biblioteca), a Italo Zannier, il patriarca della fotografia italiana che da tempo l'ha eletta a suo buen retiro. Da Alberto Sordi, con la villa a suo nome, all'affascinante Virna Lisi, che i turisti dell'epoca hanno potuto ammirare sulla spiaggia, per tornare al binomio arte e cinema. (PO / red)
FIRENZE: RESTAURO PER IL FRANCESCO DI GIOTTO
I Bardi, a capo di una delle compagnie medievali più potenti d’Europa, scelsero Giotto per decorare con le Storie di San Francesco la cappella di cui avevano il patronato nella basilica di Santa Croce, a Firenze. Il restauro del ciclo, dipinto nel terzo decennio del Trecento, costituisce un’occasione irripetibile per conoscere i segreti dell’artista e delle sue scelte riguardanti le tecniche della pittura murale. La Cappella Bardi, monumento dell’arte fiorentina del primo Trecento, occupa del resto una posizione speciale nel percorso artistico di Giotto e costituisce una delle sue ultime opere. La cappella ha sofferto vicende conservative tormentate e ha una rilevanza particolare nel processo che segna la nascita della grande tradizione italiana del restauro. A 70 anni dall’ultimo intervento sull’opera ne è oggi necessario uno nuovo, essenziale per la conservazione e per l’approfondimento della tecnica dell’artista. Il restauro, che durerà tre anni, è stato affidato dall’Opera di Santa Croce all’Opificio delle Pietre Dure e avrà il sostegno decisivo dell’Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano (ARPAI) e della Fondazione CR Firenze, oltre che del ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’Opificio delle Pietre Dure, in anni recenti, ha condotto un approfondito lavoro di ricerca sull’opera di Giotto nelle Cappelle Bardi e Peruzzi. L’analisi dello stato di conservazione ha messo in evidenza criticità che riguardano sia l’intonaco che la pellicola pittorica. È prevista una prima fase di campagna diagnostica, che sarà avviata immediatamente, e il successivo restauro conservativo articolato su più fasi che verrà ampiamente documentato. Le indagini verranno eseguite utilizzando le più recenti strumentazioni opto-elettroniche e verranno programmate in differenti momenti dell’intervento. Tornando alle vicende conservative è da ricordare che gli affreschi di Giotto sono stati addirittura cancellati, rimanendo nascosti per oltre un secolo. Nel 1730 vennero infatti coperti di vernice a calce, con la tecnica della scialbatura. La pittura di Giotto, dopo essere stata amata e ammirata per tutto il Rinascimento, finisce infatti per essere considerata fuori moda: colori troppo vivaci e uno stile definito con disprezzo primitivo. Ci vorranno 120 anni per riscoprire la magnificenza semplice e la forza comunicativa di Giotto e del suo Francesco d’Assisi fiorentino con un intervento, che insieme a diversi altri (su opere che avevano subito un destino analogo), segnerà la nascita della grande tradizione italiana del restauro. Il rinvenimento delle pitture nella Cappella Bardi avviene in modo fortuito mentre stanno per essere avviati importanti lavori di risistemazione complessiva. La scopritura viene affidata ed eseguita integralmente da Gaetano Bianchi fra il 1850 e il 1853. Le vicende della Cappella Bardi si inseriscono a buon titolo nella storia del restauro. In occasione della mostra giottesca del 1937 i cicli murali delle Cappelle Bardi e Peruzzi sono stati oggetto di un intervento diretto da Ugo Procacci ed eseguito dalla bottega di Amedeo Benini. Decisivo poi il restauro che, tra il 1958 e il 1961, viene portato a termine da Leonetto Tintori, sempre sotto la direzione di Ugo Procacci. (red)
MILANO: RESTAURATO CARTONE “SCUOLA DI ATENE” DI RAFFAELLO
Dopo quattro anni di intenso lavoro, è giunto al termine il restauro del Cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello Sanzio, conservato alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.Il progetto di restauro e valorizzazione e il nuovo allestimento, in cui l’opera verrà inserita, saranno mostrati il 27 marzo con l’evento espositivo “Il Raffaello dell’Ambrosiana. In Principio il Cartone”. Questa mattina la presentazione in anteprima con Marco Ballarini, prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Stefano Boeri, progettista e curatore dell'allestimento, Giovanni Gorno Tempini, presidente della Fondazione Fiera Milano, Maurizio Michelozzi, direttore gruppo di restauro, Antonella Ranaldi, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano, Alberto Rocca, direttore della Pinacoteca Ambrosiana. Fondazione Fiera Milano, partner ufficiale della Veneranda Biblioteca Ambrosiana per il biennio 2018-2019, contribuirà a sostenere le attività promozionali del Cartone di Raffaello, completamente restaurato, così come quelle di valorizzazione del patrimonio leonardesco dell’Istituzione, realizzate in occasione del V Centenario della morte del genio fiorentino.Nel 2014 la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, per il tramite della Fondazione Cardinale Federico Borromeo, avviò sul Cartone una lunga e laboriosa attività di indagine e opera di restauro conservativo, coordinato da un prestigioso Comitato Scientifico composto dal Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana e da Esperti dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, dei Musei Vaticani, della Soprintendenza di Milano e del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, con la consulenza tecnica di Pinin Brambilla Barcilon, affiancati da docenti di diverse Università italiane.L’intervento è stato interamente sostenuto dal contributo della società RaMo, per volontà del fondatore Giuseppe Rabolini.L’opera, che è stata restaurata sotto la direzione e il coordinamento di Maurizio Michelozzi, viene esposta nella sala espositiva interamente dedicata al Cartone di Raffaello, su progetto di allestimento di Stefano Boeri Architetti.(14 giu - red)
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