Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Italiani nel mondo, investimento o costo? Comitato 11 Ottobre
apre il dibattito

Una giornata di approfondimento e riflessione sugli italiani all’estero e il Sistema Paese tra risorse, investimenti e prospettive. È quella promossa il 3 marzo a Roma dal Comitato 11 ottobre che ha dato appuntamento nella Capitale a studiosi, esperti del mondo dell’emigrazione, esponenti della politica e delle istituzioni. Al centro del dibattito la riduzione degli interventi rivolti agli italiani all’estero. Più in particolare ci si è domandato se gli interventi finanziari pubblici – in genere rivolti a far funzionare organismi collegiali e migliorare la presenza delle istituzioni statali all’estero, garantire diritti fondamentali, rafforzare vincoli associativi e i legami con la madre patria, assicurare l’informazione, promuovere la cultura – si rivelino utili o no al sistema Paese. Nel corso della tavola rotonda, presso palazzo Maffei Marescotti, si è parlato di risorse da valorizzare, strategie per la crescita, rientro di professionalità nel nostro Paese, turismo di ritorno. E di quanto gli italiani all’estero - specie in un momento di crisi – possano rappresentare un’opportunità e una risorsa. “Davanti all’acutizzarsi di una nuova crisi, le nostre comunità nel mondo possono costituire ancora una volta uno dei pochi strumenti concreti di crescita e sviluppo. Con l'aiuto di esperti abbiamo dato un piccolo contributo alla caduta di quei tanti pregiudizi e stereotipi che spesso sono alla base di inghippi burocratici o miopie politiche” dice Fabio Porta, ex parlamentare eletto all’estero e Garante del Comitato 11 ottobre a cui sono state affidate le conclusioni del seminario.

IL DIBATTITO “Le scelte politiche sono sempre accompagnate da stanziamenti finanziari che misurano un interesse. Se non investi allora non hai interesse” commenta a 9colonne Aldo Aledda, Coordinatore del Comitato 11 ottobre e autore di “Gli italiani nel mondo e le istituzioni pubbliche” a proposito degli interventi finanziari pubblici dello Stato e delle Regioni a favore delle iniziative e degli organismi degli italiani all’estero, ridotti ulteriormente con la legge di stabilità. “Da 20 anni a questa parte – ha spiegato Aledda – i finanziamenti per gli italiani all’estero hanno conosciuto una diminuzione continua che dal 2000 a oggi è di oltre il 90%. Pensiamo, allora, sia necessario fare una riflessione e chiedersi il perché di questo disinteresse”. Presente al dibattito Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva per la Circoscrizione Estero-Europa: “Le partenze dall’Italia hanno raggiunto i picchi degli anni ’60 e ’70. È qualcosa che non possiamo ignorare” ha detto a 9colonne. Sicuramente quello dell’emigrazione è un tema di cui si sta occupando il ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano. “Uno degli obiettivi principali del ministero è arginare il fenomeno emigratorio, soprattutto dalle Regioni del Sud” ha assicurato infatti Eugenio Marino, consigliere per le politiche sull’emigrazione e i rapporti con gli italiani nel mondo del ministro. “C’è un’attività che si è consolidata negli anni e che rischia di essere messa in discussione perché le risorse diminuiscono sempre di più” ha fatto invece presente Luigi Scaglione, rappresentante delle Consulte regionali dell’emigrazione. “In un momento di crisi e di difficoltà – ha aggiunto - una risposta può arrivare proprio dagli italiani nel mondo e dal turismo di ritorno, il turismo delle radici. Quando questa emergenza sarà finita, e speriamo il prima possibile - ha continuato Scaglione - sarà necessario rilanciare il rapporto con le nostre comunità nel mondo attraverso la conoscenza dei territori di origine. In alcune Regioni c’è molta attenzione sul tema emigrazione, mentre in altre un po’ meno. Dobbiamo invece sensibilizzare il rapporto con gli italiani nel mondo. Rappresentano per noi un’opportunità per riscattare questo Paese”. Perché sì, come ha evidenziato Nicola Occhipinti, Consigliere d’Ambasciata, attualmente al Dgit Maeci, gli italiani nel mondo non rappresentano “un costo ma contribuiscono alla crescita della nostra economia”.

I CONTRIBUTI  Ad aprire i lavori della tavola rotonda è stato Aldo Aledda (Coordinatore del Comitato 11 ottobre) mentre le conclusioni sono state affidate all’ex deputato eletto all’estero Fabio Porta (Garante del Comitato 11 ottobre).  Riccardo Giumelli, sociologo dell’Università di Verona e Mar del Plata e autore di Post Made in Italy ha dato il suo contributo su “Investire nella logica del Post Made in Italy” in collegamento da Verona. Salvatore Cuomo, tributarista INT, socio fondatore dell’associazione Net Prof - rete tra professionisti ha focalizzato invece l’attenzione sulla fiscalità per gli italiani all’estero e i vincoli UE. Nicola Occhipinti, Consigliere d’Ambasciata, attualmente al DGIT MAECI ha sottolineato “il contributo delle collettività italiane all’estero alla rete consolare”: “E’ sbagliato avere paura della gestione degli italiani all'estero. Non sono un costo ma contribuiscono alla nostra crescita”. Luigi Scaglione, rappresentante delle Consulte regionali dell’emigrazione, ha presentato invece i dati degli impegni economici delle Regioni negli ultimi anni. “Non tutte le Ragioni del nostro Paese oggi hanno una Consulta che si occupa direttamente dei suoi emigrati o che mette in campo azioni specifiche per i connazionali nel mondo” ha detto a proposito delle consulte per l'emigrazione. “Negli ultimi due anni come Regione (Basilicata ndr) siamo stati più volte coinvolti in ragionamenti e discussioni che poi abbiamo portato sui territori  e all’attenzione delle Istituzioni – ha aggiunto -  La nuova emigrazione comporta fenomeni su cui è necessario ragionare in termini di opportunità e prospettive”. Tra i partecipanti al dibattito Daniele Marconcini, presidente dell'Associazione Mantovani nel Mondo e editore del Portale Lombardi nel Mondo. Presente anche l’ amministratore dell’Associazione “Svegliamoci Italici” Umberto Laurenti convinto che “saranno proprio gli italici a salvare l’Italia”. Ha preso parte al convegno Eugenio Marino, consigliere per le politiche sull’emigrazione e i rapporti con gli italiani nel mondo del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale: “Non si parte più solo delle aree in difficoltà economica. L’emigrazione ha fatto un ‘salto’. L’emigrazione oggi è un tema che non interessa solo gli addetti ai lavori: è un problema strutturale del Paese”.

LA RIDUZIONE DEGLI INTERVENTI RIVOLTI AGLI ITALIANI ALL’ESTERO “L’oggetto della tavola rotonda scaturisce da un problema che ha recentemente impattato il mondo organizzato degli italiani all’estero ma che regolarmente si pone a ogni passaggio delle leggi finanziarie e di stabilità dello Stato e delle autonomie locali, ossia  la costante riduzione degli interventi rivolti agli italiani all’estero, com’è noto fonte ogni volta di discussioni e  recriminazioni – si legge in una nota del Comitato 11 Ottobre -  Infatti questi, dall’inizio del secolo a oggi, hanno conosciuto  una contrazione di circa il novanta per cento sia nel comparto statale sia in quello regionale. Nel primo i fondi a mala pena sono sufficienti a ricoprire le spese obbligatorie, il funzionamento degli organismi (CGIE e Comites, in particolare) mentre le seconde spesso hanno abolito i relativi capitoli di spesa o ridotti a interventi casuali”.

“Gli interventi finanziari pubblici dello stato e delle regioni a favore delle iniziative e degli organismi degli italiani all’estero si sono ridotti ulteriormente con la legge di stabilità, passando, nel giro di un ventennio dai 200 miliardi di lire – calcolati nel 2001 dalla cabina di regia della Conferenza Stato Regioni CGIE ­– a qualche decina di migliaia di euro attuali” sottolinea il Comitato 11 ottobre in una nota. “Contro queste restrizioni per prime si sono levate le voci dei parlamentari eletti nella circoscrizione estera e dei consiglieri del CGIE. Per questo motivo il Comitato 11 ottobre d’iniziativa per gli italiani nel mondo ha deciso di mettere a confronto parlamentari, consiglieri CGIE e altri attori istituzionali con giornalisti, esperti, esponenti dell’associazionismo  su questi delicati temi, in particolare cercando di capire se un tale sforzo finanziario possa considerarsi un investimento o meno per il nostro paese e la sua economia, inclusa quella basata sul turismo e i beni culturali”.

EMIGRAZIONE, ALEDDA (COMITATO 11 OTTOBRE): IN 20 ANNI CALO FINANZIAMENTI DI OLTRE 90%

“Le scelte politiche sono sempre accompagnate da stanziamenti finanziari che misurano un interesse. Se non investi allora non hai interesse”. Così a 9colonne Aldo Aledda, Coordinatore del Comitato 11 ottobre e autore di “Gli italiani nel mondo e le istituzioni pubbliche”, a proposito degli interventi finanziari pubblici dello stato e delle regioni a favore delle iniziative e degli organismi degli italiani all’estero, ridotti ulteriormente con la legge di stabilità. “Da 20 anni a questa parte – spiega Aledda – i finanziamenti per gli italiani all’estero hanno conosciuto una diminuzione continua che dal 2000 a oggi è di oltre il 90%. Pensiamo, allora, che sia necessario fare una riflessione e chiedersi il perché di questo disinteresse”. “Ci chiediamo se ci sono o non si sono ritorni sugli investimenti italiani all’estero e se allo Stato interessi davvero oppure no questo tema. Il nostro obiettivo è confrontarci e avere risposte da esperti e studiosi” ha aggiunto Aledda a Roma in occasione del convegno “Italiani all’estero e sistema paese. Risorse, Investimenti” organizzato proprio dal Comitato 11 ottobre. Dopo questo approfondimento di tipo economico il Comitato 11 ottobre “tornerà ad occuparsi del tema della cittadinanza” anticipa Aledda a 9colonne.

OCCHIPINTI (MAECI): ITALIANI ALL’ ESTERO NON SONO UN COSTO

“Bisognerebbe stare attenti: non percepire gli italiani all’estero come un costo per l’Italia. Anzi, gli italiani nel mondo contribuiscono alla crescita della nostra economia, del nostro Pil”. A parlare è Nicola Occhipinti, consigliere d’Ambasciata, attualmente al Dgit Maeci che è intervenuto a Roma al convegno “Italiani all’estero e sistema paese. Risorse, Investimenti. Prospettive” organizzato dal Comitato 11 ottobre. Occhipinti nel suo intervento nel corso della tavola rotonda ha parlato del contributo delle collettività italiane all’estero alla rete consolare. “Le entrate che arrivano presso i Consolati da parte dei nostri emigrati, come ad esempio il rilascio dei passaporti, hanno un tale volume che fanno sì che il bilancio di queste strutture, soprattutto in Sud America, sia in pareggio. Il contribuente italiano - ha spiegato Occhipinti a 9colonne - non paga un solo centesimo per i connazionali all’estero. Sono, invece, i connazionali all’estero che coprono tutti i costi di funzionamento delle nostre strutture consolari”.

EMIGRAZIONE, SCAGLIONE: PUNTARE SU TURISMO DELLE RADICI

“C’è un’attività che si è consolidata negli anni e che rischia di essere messa in discussione perché le risorse diminuiscono sempre di più”. Così a 9Colonne Luigi Scaglione, rappresentante delle Consulte regionali dell’emigrazione, a proposito degli interventi finanziari pubblici dello stato e delle regioni a favore delle iniziative e degli organismi degli italiani all’estero, ridotti ulteriormente con la legge di stabilità. Di questo e non solo si è parlato a Roma in occasione del convegno “Italiani all’estero e sistema paese. Risorse, Investimenti. Prospettive” organizzato dal Comitato 11 ottobre. “In un momento di crisi e di difficoltà una risposta può arrivare proprio dagli italiani nel mondo e dal turismo di ritorno, il turismo delle radici. Quando questa emergenza sarà finita, e speriamo il prima possibile, sarà necessario rilanciare il rapporto con le nostre comunità nel mondo attraverso la conoscenza dei territori di origine”. Scaglione ha concentrato il suo intervento sull’impegno finanziario delle regioni italiane in tema emigrazione. “In alcune Regioni c’è molta attenzione sul questo tema mentre in altre un po’ meno. Dobbiamo invece sensibilizzare il rapporto con i nostri italiani nel mondo. Rappresentano un’opportunità per riscattare questo Paese”.

EMIGRAZIONE, MARINO (MINISTERO PER IL SUD): FRENARE FENOMENO CON GIUSTE POLITICHE

 “Uno degli obiettivi principali del ministero è arginare il fenomeno emigratorio, soprattutto dalle Regioni del Sud”. A parlare è Eugenio Marino, consigliere per le politiche sull’emigrazione e i rapporti con gli italiani nel mondo del ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, che ha preso parte a Roma al convegno “Italiani all’estero e sistema paese. Risorse, Investimenti. Prospettive’ organizzato dal Comitato 11 ottobre. “Il primo modo per affrontare il tema emigrazione è quello di evitare che questo fenomeno continui, dilaghi. Diventi un fenomeno di massa – spiega Marino a 9colonne - non si può parlare di emergenza immigrazione ma di emergenze emigrazione. In realtà, più che di emergenza, - precisa Marino - dovremmo parlare di una tendenza stabile visto che negli ultimi anni gli emigranti sono più degli immigrati. E che soprattutto emigrano intere famiglie. Segno che c’è una mancanza di speranza nel futuro e si tende a un’emigrazione ‘stabile’. E’ necessario quindi uno sviluppo del Paese che freni l’emigrazione. È poi importante – continua Marino – valorizzare le risorse: il ministero per il Sud e la Coesione territoriale ha inserito nel ‘Piano Sud 2030. Sviluppo e coesione per l’Italia’ il progetto della ‘Rete dei talenti’. Si tratta di un network che mette insieme le migliori eccellenze nel mondo della ricerca, dell’impresa e della finanza in grado di dare al Paese - e al sud del Paese - investimenti, consigli, indicazioni utili per chi voglia provare a sviluppare delle idee in questi settori” ha concluso Marino.

EMIGRAZIONE, UNGARO (IV): SU IMU STUDIARE NUOVE IPOTESI

“Gli italiani all’estero rappresentano risorse che vanno valorizzate e ‘adattate’ a quella che è l’emigrazione italiana nel mondo oggi”. Così a 9colonne Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva per la Circoscrizione Estero-Europa che ha preso parte a Roma al convegno “Italiani all’estero e sistema paese. Risorse, Investimenti. Prospettive’ organizzato dal Comitato 11 ottobre. “Il fenomeno emigratorio oggi è enorme, le partenze dall’Italia hanno raggiunto i picchi degli anni ’60 e ’70. È qualcosa che non possiamo ignorare” ha sottolineato Ungaro. “Questa mattina abbiamo parlato anche dell’Imu e dell’abolizione dell’esenzione per i pensionati italiani all’estero. Bisogna quindi studiare ora nuove ipotesi: io sono favorevole a un’abolizione dell’Imu per tutti gli italiani nel mondo”. Interessante, secondo Ungaro, l’attenzione “emersa dal convegno di oggi per chi ha case nei piccoli Paesi”: “Bisogna sostenere le aree interne e i piccoli borghi: è proprio nei piccoli Comuni che si trovano spesso le case di tanti italiani oggi all’estero”. Sono quindi necessarie, per Ungaro, “nuove forme di esenzione”.

 

CORONAVIRUS, PORTA (COMITATO 11 OTTOBRE): RAFFORZARE IMMAGINE ITALIA NEL MONDO

 “Anche le vicende di questi giorni confermano che l’Italia deve cercare in maniera determinata e ‘aggressiva’ nuove risorse per lo sviluppo. In una situazione di crisi gli italiani all’estero rappresentano una possibilità”. Lo ha detto a 9colonne Fabio Porta, Garante del Comitato 11 ottobre ed ex parlamentare Pd eletto in Sud America. “E’ necessario - ha aggiunto Porta, a Roma in occasione del convegno ‘Italiani all’estero e sistema paese. Risorse, Investimenti. Prospettive’ organizzato proprio dal Comitato 11 ottobre, - un rafforzamento dell’immagine dell’Italia nel mondo. Specie in una situazione come questa, dove l’immagine dell’Italia viene messa a dura prova dalla vicenda del Coronavirus. Il Comitato 11 ottobre –continua Porta - si propone ancora una volta di essere il catalizzatore di tanti che a vario titolo hanno materie, argomenti e studi da proporre. Soprattutto con un’attenzione alle nuove generazioni” di emigranti. “Faremo una nuova iniziativa – ha anticipato Porta a 9colonne - tra qualche mese per mettere a frutto la riflessione di oggi in una situazione speriamo più tranquilla”



 

(red – 4 mar)

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