di Paolo Pagliaro
Questa settimana l’Università di Padova ha tagliato il traguardo del milione di meeting organizzati on line via Zoom. Gli incontri erano stati 12 nel dicembre del 2019. I 59 partecipanti di allora sono diventati nel frattempo 12 milioni. La piattaforma Zoom viene utilizzata per seminari, convegni, smart working, riunioni, corsi di formazione. Per la didattica, i laboratori e gli esami studenti e professori utilizzano invece Moodle. Nell’ultimo mese rilevato ci sono stati 2 milioni e 300 mila visitatori con 1 miliardo e mezzo di click. La terza piattaforma, Kaltura, un tempo era utilizzata per archiviare i video, oggi ospita lezioni live registrate, produzioni degli studenti, attività aperte al pubblico. Anche in questo caso i numeri sono impressionanti: quasi 10 milioni di visualizzazioni per le 210 mila lezioni disponibili. Queste cifre fanno dell’Università di Padova, che l’anno prossimo compie 800 anni, un avamposto di quella trasformazione digitale che il Recovery Plan chiede all’Italia. Il rettore Rosario Rizzuto e Dario Da Re, direttore dell’Ufficio Digital Learning e regista di questo straordinario salto tecnologico, non hanno atteso il coronavirus per attrezzarsi. Moodle è presente al Bo da 15 anni, Kaltura dal 2016, Zoom dall’anno successivo. Durante la pandemia, a Padova hanno saputo che uso farne. Per la transizione digitale ora è stato creato un ministero, ma anche nel nostro Paese per fortuna non si parte da zero.
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