di Paolo Pagliaro
Le avevano affidato il compito di tracciare i contagi per evitarne di nuovi, ma la app Immuni ha fallito il suo scopo. I 10 milioni di italiani che l’avevano scaricata se ne sono dimenticati e se ora su molti smartphone Immuni è tornata in vita lo si deve al fatto che può essere utilizzata per scaricare il green pass.
Giudicata da tutti gli esperti un gioiello tecnologico, difficilmente la app potrà però allertare le persone su un possibile contatto a rischio: sarebbe stato necessario alimentarla con milioni di dati che nessuno ha provveduto a inserire.
Non è accaduto solo in Italia. Le app di tracciamento dei contatti sono state un fallimento in tutta Europa. Seconda una stima della Commissione, hanno segnalato solo il 5% dei casi confermati di Covid-19. Ci sono state alcune storie di successo, soprattutto nel nord del continente: la Danimarca è stata in grado di tracciare i contatti a rischio nel 26% dei casi, la Finlandia ha notificato il 16%, la Germania il 14 e i Paesi Bassi il 10. Possono sembrare piccole percentuali, ma sono state in grado di prevenire migliaia di nuovi casi, come è accaduto nel Regno Unito grazie alle app Track and Trace del Servizio sanitario nazionale. In tutti gli altri Paesi, Italia compresa, i risultati sono stati fallimentari e le app sono sparite dalla prima linea della battaglia contro il Covid.
Sono mancate le risorse, l’organizzazione e anche la fiducia, perché tra la salute pubblica e la tutela della privacy, presentate chissà perché come incompatibili, ha prevalso la seconda.