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direttore Paolo Pagliaro

PM PALERMO: RIFORME
CHE CI LEGANO MANI

PM PALERMO: RIFORME <BR> CHE CI LEGANO MANI

“Oggi è più difficile scoprire i funzionari infedeli che i mafiosi”. Lo afferma il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia in una intervista a Repubblica. “Le indagini sui colletti bianchi sono più difficili perché non è possibile utilizzare il sistema legislativo che funziona nei confronti della mafia, abbiamo strumenti diversi, certamente meno invasivi, ma anche meno efficaci” sottolinea. E sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio commenta: “Prendo atto con rispetto di quanto deciso dal Parlamento. Quando fui audito in commissione giustizia segnalai però la problematicità di questa abrogazione: la precedente modifica, intervenuta nel 2000, aveva già fortemente limitato l’ambito di applicabilità del reato di abuso d’ufficio. Dunque, è stato fatto un intenso lavoro per una questione sostanzialmente poco incisiva”, “magari l’abrogazione dell’abuso d’ufficio avrà un valore simbolico per qualcuno, ma si era già intervenuti in materia. In realtà, c’è una questione di metodo più generale: le attuali scelte in materia di politiche penali si susseguono in materia caotica senza lasciare il tempo alle norme approvate di sedimentare. Perché se ne fa una, e un minuto dopo se ne fa un’altra. Per gli operatori del diritto è difficile adeguarsi ai mutamenti”. Ed evidenzia che “dal punto di vista normativo, bisogna essere assai cauti soprattutto con riguardo alle intercettazioni. La corruzione, come la mafia, è un reato occulto che si scopre non perché qualcuno te lo dice, ma perché ascolti chi compie i reati”. Cosa ne pensa dell’emendamento che vorrebbe ridurre le intercettazioni a 45 giorni?

“Si rischia di introdurre un elemento preoccupante per chi fa indagini sulla pubblica amministrazione, perché le limita moltissimo. Piuttosto, sarebbe sufficiente prendere atto del fatto che già oggi le intercettazioni sono autorizzate da un giudice terzo, in presenza di specifici e rigorosi requisiti. Bisogna poi uscire da un equivoco, le intercettazioni non finiscono abusivamente sui giornali. Quelle che vengono pubblicate sono solo quelle nella disponibilità delle parti”. (redm)

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