Intervistato da Repubblica, il capogruppo di Italia Viva al Senato e membro del Copasir Enrico Borghi ha fatto il punto sul caso Sangiuliano. "Altro che gossip, vicenda privata o pochade - ha dichiarato - La vicenda Sangiuliano si è trasformata, ancora di più ora con le dimissioni, in una situazione dai tratti inquietanti per l'intero Paese. Qui non c'entra nulla né la morale né il codice penale. C'entra l'incredibile pressapochismo di un ministro che ha messo a rischio la sicurezza del Paese. E di una premier che ha aspettato troppo per rimuoverlo". Parlando di sicurezza nazionale, l'esponente di IV ha specificato: "La dottoressa Boccia ha dichiarato di aver ascoltato - e qui mi chiedo: solo ascoltato e non registrato? Possiede qualche screenshot di messaggi? - telefonate del ministro con importantissimi livelli istituzionali del nostro Paese", concludendo che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe dovuto riferire Camere. A fare da contraltare alle dichiarazioni di Borghi, sono state pubblicate quelle dell'ex sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, intervistato da La Stampa: "Sangiuliano? È una cosa malinconica difficile da commentare - ha affermato - Mi fa molta tenerezza, mi spiace per lui". E ancora: "Non mi compiaccio affatto della sua caduta. Molte cose si possono criticare di lui, ma questa è una cosa insensata. Al di là del suo merito e delle sue capacità è una caduta sul niente. Basti pensare che se l’avesse nominata non sarebbe successo nulla". (7 SET - gci)
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