“L'Europa deve tornare a creare valore. Il mio rapporto parla di rilancio, dobbiamo fermare il declino di un continente che gode delle sue bellezze e delega agli altri la capacità di creare valore. Questo non è più sostenibile”. Lo afferma Enrico Letta in una intervista a La Stampa. “Cinque anni fa si discuteva di Italexit, oggi non ne parla nessuno. L'Unione europea non è più in discussione, anche perché abbiamo avuto triste risveglio dopo l'invasione russa in Ucraina, quando il mondo dei Brics non ci ha seguito” dice l'ex premier, che oggi presiede lo Jacques Delors Institute e ha appena pubblicato il libro "Molto più di un mercato". Ed evidenzia che “ci sono tre macro settori, più uno, che sono rimasti fuori dall'integrazione per una scelta politica. Sono le telecomunicazioni, i servizi finanziari e l'energia, a cui bisogna aggiungere la Difesa. Quest'ultima, secondo i Trattati, è per forza nazionale, mentre gli altri sono sovranazionali. Quarant'anni fa, quando non c'erano ancora Cina e India, si pensava che la dimensione nazionale fosse sufficiente. Oggi, con questi player internazionali a cui si aggiungono gli Stati Uniti, stare separati significa suicidarsi”, “il disastro delle telecomunicazioni, i problemi energetici, e le fatiche della finanza europea sono dovuti tutti e tre in gran parte a questa frammentazione. Siamo tutti divisi e ognuno di questi operatori economici deve confrontarsi con un'Authority nazionale”, “bisogna andare verso società paneuropee. Sennò restiamo una colonia, come già siamo da tempo. Pensi ai pagamenti elettronici: sono tutti gestiti da società statunitensi. E succede lo stesso nel campo delle telecomunicazioni, il mercato è gestito da americani e cinesi. E poi c'è un altro aspetto. Dei nostri risparmi, circa 300 miliardi di euro l'anno vengono allocati negli Stati Uniti perché lì trovano condizioni più vantaggiose. In questo senso, la bandiera del nazionalismo sovranista economico fa godere Wall Street, Pechino e l'India. Da un punto di vista economico, abbiamo bisogno di passare dal sovranismo nazionale a un sovranismo europeo. Il concetto chiave è quest'ultimo. Ed è fondamentale nei tre settori che ho citato in precedenza”. E propone di “usare il Mes per finanziare le spese per la Difesa. Ho capito che è fattibile ed è anche un modo per sbloccare l'attuale impasse politica. Una carta che va aggiustata, che andrebbe integrata, ma che è fondamentale per l'esistenza stessa del fondo ‘Salva-Stati’. Su questo punto ho trovato generalmente una disponibilità omogenea anche da Paesi come la Germania. Inoltre, molti investitori internazionali chiedono più certezze. In tal senso, sarebbe utile creare una sorta di Delaware europeo (ovvero una zona economica con minor burocrazia come nello Stato Usa, ndr). Sarebbe un passepartout per gli investimenti esteri e aiuterebbe le piccole e medie imprese. In pratica, il 28esimo Stato europeo con una caratteristica unificante per queste risorse”. (9 set - red)
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