di Paolo Pagliaro
Quest’anno a Napoli le scuole della Fondazione Quartieri Spagnoli hanno aperto con una settimana d’anticipo, un modo – spiegano gli insegnanti - per tenere i ragazzi lontano dalla strada. In uno dei luoghi con i maggiori tassi di dispersione e abbandono scolastico in Europa, con una delle più alte densità abitative e con una pessima fama, una piccola rivoluzione educativa si è fatta sistema e in questi giorni festeggia il decennale.
Tutto cominciò nel 2014 in un edificio religioso che giaceva abbandonato – l’antico Istituto Montecalvario. Lì la Fondazione diede vita a un polo scolastico, dal nido alle medie, con 300 alunni diventati oggi più di mille, e cresciuto anche grazie all’arrivo di una sede distaccata dell’Accademia di Belle Arti con i suoi corsi di design, moda e grafica. A Montecalvario ora ci sono la prima scuola a vocazione ambientale d’Italia, laboratori di imprenditorialità giovanile, corsi di formazione per donne di diverse etnie, il tutto nella convinzione che nessuno debba pagare un prezzo troppo alto per essere venuto al mondo nel posto sbagliato.
Così è rinata la parte interna dei Quartieri Spagnoli, la meno frequentata e, nel 2014, la meno frequentabile. Oggi sono più di 35.000 le persone che, ogni anno, raggiungono la sede della Fondazione per portare i bambini a scuola, dove ovviamente è previsto il tempo pieno, ma anche per lavorare, visitare mostre, partecipare a convegni, applaudire artisti e spettacoli. Il quartiere ha cambiato volto e ora, per dire, ospita 240 B&B, contati dall’Università Federico II. Da domani a domenica si festeggerà il decennale con Gea, le giornate dell’educazione e dell’ambiente. Sono in arrivo esperti da tutto il mondo e i B&B sono sold out.