È stato tutt’altro che facile per i leader del G20 riuniti a Rio trovare una quadra per il comunicato del summit di ieri. Il consenso è stato raggiunto solo nella serata, dopo intensi negoziati. Il testo è stato infatti oggetto di un vero e proprio braccio di ferro nel paragrafo dedicato alla guerra in Ucraina. In questo caso, i paesi europei hanno spinto per una condanna esplicita degli attacchi russi mentre il governo brasiliano si è opposto alla riapertura del testo concordato. Alla fine, è stato siglato dai partecipanti un testo nel quale si afferma che “il G20 condanna la guerra in Ucraina e il suo impatto sull’economia globale e sulle catene di approvvigionamento”. Ma non viene menzionata la Russia, che ha dato inizio al conflitto armato invadendo il paese vicino quasi tre anni fa. Nel paragrafo sulla guerra in Medio Oriente i leader del G20 hanno adottato la stessa tattica. La dichiarazione esprime “profonda preoccupazione” per la crisi umanitaria e l’escalation del conflitto in Libano, ma non condanna direttamente gli attacchi di Israele. Il testo menziona lo Stato ebraico solo quando si sottolinea che il G20 sostiene la soluzione dei due Stati, in cui Israele e Palestina convivano in pace e rispettino le risoluzioni delle Nazioni Unite. (19 NOV / DEG)
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