Si è aperta con il video di Paolo Pagliaro la seconda giornata dell’Assemblea nazionale Anci in corso a Torino. In questo contributo, Pagliaro ha posto l’accento sull’Italia delle disuguaglianze evidenziato che “Tutto ci dice che siamo disuguali. Disuguali nell’accesso alle cure, alla cultura, alla mobilità, alla comunicazione, all’istruzione, l’abbandono scolastico è un fenomeno che riguarda ancora quasi esclusivamente i figli dei poveri, come ai tempi di don Milani”. In particolare, “C’è un divario Nord Sud che riguarda tutti gli indicatori: redditi, scolarità, salute, Pil, qualità della vita. Ci sono città in cui la mensa scolastica è garantita al 100% dei bambini, altre in cui non si raggiunge l’1%. Per l’assistenza a un disabile si spendono 5.000 euro in una regione e 1.000 in un’altra”. In una tale contingenza dunque, sottolinea Pagliaro, “Con circa 40 miliardi di euro di investimenti da attuare e migliaia di Amministrazioni coinvolte, il sistema dei Comuni è protagonista della sfida del Pnrr per ridurli, questi divari. È una sfida che riguarda tutti: grandi aree metropolitane, città medie, piccoli Comuni. Il welfare comunale ha molti volti. Ci sono iniziative per contrastare la dispersione scolastica e per dare un tetto a chi ne è privo, investimenti nel cohousing pensando alle esigenze di persone fragili o disabili, corsi di formazione per stranieri, distribuzione di pacchi pacchi alimentari”.
SICUREZZA. Anche il panel sulle tematiche della sicurezza è stato introdotto da un video-intervento di Paolo Pagliaro il quale ha sottolineato il fatto che, stando ai sondaggi, due italiani su tre non si sentano al sicuro nella vita di tutti i giorni. “È una percezione giustificata dalle statistiche – ha evidenziato Pagliaro – visto che per la prima volta dal 2013 quest’anno i reati denunciati in Italia sono tornati a salire”. In questa situazione, “Sono i Comuni il primo avamposto sul fonte della sicurezza urbana, un bene pubblico che va coltivato e difeso con politiche lungimiranti e provvedimenti quotidiani”. Ponendo l’accento sulle “responsabilità del sindaco quale ufficiale di governo”, Pagliaro ricorda che “spetta a lui fare la sua parte per prevenire e contrastare i fenomeni criminosi o di illegalità, dallo spaccio di stupefacenti allo sfruttamento della prostituzione, la tratta di persone, l’accattonaggio con impiego di minori e disabili, l’abusivismo e l’occupazione di spazi pubblici, la violenza”. Però, “Un po’ urbanisti un po’ sceriffi, da molto tempo i sindaci vanno chiedendo strumenti e risorse. E per fare tutto questo tutti i sindaci hanno solo a disposizione qualche milione di euro, forse circa 30: a tanto ammonta il fondo sulla sicurezza urbana. Qualcosa, certamente, non va. In una lettera inviata recentemente al ministro dell’Interno, l’Anci spiega che occorre migliorare il coordinamento operativo con le questure e rendere effettive le sanzioni per i reati predatori, così da evitare una costante e sconcertante recidiva. Servono sistemi di illuminazione e di videosorveglianza ma serve anche una collaborazione con le organizzazioni di volontariato attive nelle aree più difficili delle città. Servono finanziamenti stabili per assunzioni nei corpi di polizia locale, che negli ultimi anni hanno visto una diminuzione di oltre 8.000 operatori nei quattro ambiti di attività: polizia amministrativa, polizia di sicurezza, polizia stradale e polizia giudiziaria”. “Rimane comunque la certezza – conclude Pagliaro – che la sicurezza e l’ordine pubblico sono di competenza dello Stato e chi governa i comuni prova a fare la propria parte senza mezzi, persone e risorse”.
(21 NOV - deg)
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