Con 370 voti a favore, 282 no e 36 astensioni, il Parlamento europeo riunito oggi a Strasburgo ha approvato la nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen. A sei mesi dalle elezioni europee, la seduta si è aperta questa mattina con il discorso della presidente alla plenaria riunita a Strasburgo, in cui von der Leyen ha affermato che la “libertà non sarà garantita” e che questo significherà “fare scelte difficili” e “investire massicciamente nella nostra sicurezza e prosperità”, ha detto, invitando l'Europa a spendere di più per la difesa. La presidente della Commissione ha poi parlato di una “Bussola della Competitività” che sarà “la cornice del nostro lavoro e del nostro mandato” e che “si baserà sui tre pilastri del Rapporto Draghi: chiudere il divario d'innovazione con Stati Uniti e Cina, un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività e l'aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze". Sul Green Deal, “le ragioni che ci hanno spinto a essere così ambiziosi allora sono ancora più evidenti oggi”, ha detto von der Leyen sull’accordo lanciato cinque anni fa, ma ha aggiunto che “se vogliamo avere successo in questa transizione, dobbiamo essere più agili e accompagnare meglio le persone e le aziende lungo il percorso ". Adesso, dopo la nomina formale da parte del Consiglio europeo a maggioranza qualificata, la nuova Commissione dovrebbe assumere le sue funzioni il 1° dicembre 2024. Guardando ai voti delle forze politiche italiane, la maggioranza di governo è divisa, con Fratelli d’Italia e Forza Italia che hanno votato a favore della nuova Commissione e la Lega contro. Infatti, se il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha parlato di un “bel risultato”, Paolo Borchia, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo, già nel suo intervento in aula di stamattina aveva affermato che “chi vota questa Commissione si accontenta di un'Unione ridimensionata a livello mondiale, che abdica il suo ruolo a Cina e Stati Uniti”. Contrari anche Verdi e Sinistra e il M5S, con la delegazione al PE che in una nota ha definito la nuova Commissione “debolissima e di destra, la peggiore che ci potesse capitare”, oltre che “votata all’austerity, al bellicismo sfrenato, al nucleare, alla difesa dei privilegi e delle prerogative delle lobby”. “Quando guarda a destra la commissione von der Leyen è più debole”, ha scritto su X Nicola Zingaretti, capo delegazione del Pd al Parlamento europeo: i dem hanno votato a favore della nuova Commissione, con l’eccezione degli indipendenti Cecilia Strada e Marco Tarquinio. (27 nov-mol)
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