L’ennesimo segnale dell’imminente disimpegno americano dalla crisi ucraina è giunto nelle ultime ore con la nomina annunciata dal tycoon dell’ex generale Keith Kellogg, suo fedelissimo, quale emissario americano per l'Ucraina e la Russia. “È con me fin dall’inizio – ha scritto il neo presidente su Truth Social – e insieme raggiungeremo la pace attraverso la forza e renderemo di nuovo sicuri l’America e il mondo!” L'ex generale ottantenne ha presieduto brevemente il Consiglio di sicurezza nazionale, il gabinetto di politica estera della Casa Bianca, durante il primo mandato di Trump. “Qualsiasi futuro aiuto militare statunitense richiederà all’Ucraina di partecipare ai colloqui di pace con la Russia”, aveva scritto Kellog ad aprile, esprimendosi inoltre a favore del rinvio “per un periodo prolungato” dell'adesione dell'Ucraina alla NATO, per “convincere Putin a partecipare ai colloqui di pace. Il governo e il popolo ucraino – aveva aggiunto Kellog - troveranno difficile accettare una pace negoziata che non restituisca loro tutto il loro territorio. Ma, come ha detto Donald Trump nel 2023, ‘voglio che tutti smettano di morire’. Questo è anche il mio punto di vista”.
La condotta futura della Casa Bianca in merito alla crisi ucraina è stata chiarita su Fox News dal consigliere per la sicurezza nazionale entrante, Mike Waltz, il quale, oltre a “invitare” l’Europa a farsi maggior carico delle spese per il sostegno a Kiev, ha affermato che “Dobbiamo porre fine a tutto questo in modo responsabile. Dobbiamo ripristinare la deterrenza, ripristinare la pace e anticipare questa scala di escalation, anziché reagire ad essa". Secondo fonti della CNN, inoltre, Waltz avrebbe rilanciato proprio la proposta di Kellogg in base alla quale i funzionari di Trump spingeranno per un cessate il fuoco da dichiarare già prima del suo insediamento alla Casa Bianca per congelare temporaneamente il conflitto mentre entrambe le parti dovrebbero avviare i negoziati. Il piano Kellogg prevede, come accennato, che il continuo aiuto militare degli Stati Uniti all'Ucraina venga condizionato alla partecipazione di Kiev ai colloqui di pace con la Russia e "a una politica formale degli Stati Uniti per cercare un cessate il fuoco e una soluzione negoziata del conflitto ucraino". Il desiderio dell'Ucraina di entrare nella NATO, nel frattempo, verrebbe "rimandato" per un periodo prolungato per attirare la Russia al tavolo. Waltz avrebbe anche esaminato una proposta separata che è stata approvata dall'ex ambasciatore di Trump in Germania, Ric Grenell il quale sostiene la creazione di non meglio precisate “regioni autonome” all’interno dell’Ucraina. (28 nov - deg)
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