Aleppo, la seconda città della Siria, non è più sotto il controllo del regime di Bashar Al-Assad. Dopo una folgorante offensiva, l’alleanza ribelle ha ormai il controllo totale della città. Per la prima volta dall’inizio del conflitto nel 2011, Aleppo è dunque fuori dal controllo delle forze del regime siriano. Il travolgente successo dei ribelli rappresenta per il presidente Bashar al-Assad la sfida più grande degli ultimi otto anni, da quando la potenza aerea russa ha contribuito a invertire le conquiste dei ribelli nella guerra civile. E, di fronte alla nuova minaccia, Mosca ha ribadito il suo sostegno a Damasco. “L’Esercito arabo siriano, con l’aiuto delle forze aerospaziali russe, continua la sua operazione volta a respingere l’aggressione terroristica nelle province di Idlib, Hama e Aleppo”, ha affermato in una nota il ministero della Difesa russo secondo il quale ieri “sono stati effettuati attacchi missilistici e bombardamenti sui luoghi in cui erano riuniti i militanti e le attrezzature”. In tali operazioni “Almeno “320 militanti sono stati eliminati”.
I combattenti ribelli hanno lanciato la loro offensiva mercoledì nel nord-ovest della Siria, conquistando decine di località prima di raggiungere Aleppo, il cuore economico del paese. Al momento secondo l’ong OSDH negli scontri avrebbero perso la vita più di 370 persone. La ONG ha riferito ieri di otto morti, tutti civili, tra cui due bambini e una donna, e di 50 feriti, in seguito ai bombardamenti di aerei russi in uno dei campi degli sfollati a Idlib, roccaforte dei gruppi ribelli. In precedenza, erano state denunciate le morti di cinque persone in altri attacchi russi vicino all'Università di Aleppo, senza specificare se fossero civili o combattenti. Questi combattimenti sono i primi di questa portata dal 2020 in Siria, dove la guerra civile iniziata nel 2011, che ha coinvolto belligeranti sostenuti da diverse potenze regionali e internazionali, e gruppi ribelli, ha lasciato un Paese frammentato in diverse zone di influenza.
Ieri il regime siriano ha incassato il sostegno dell’Iran, suo fedele alleato. Bashar Al-Assad, ricevendo il capo della diplomazia iraniana, Abbas Araghtchi, ha sottolineato l'importanza del “sostegno degli alleati” per “affrontare gli attacchi terroristici”, ha riferito la presidenza siriana. “Sosteniamo fortemente l’esercito e il governo in Siria. L'esercito siriano sconfiggerà ancora una volta questi gruppi terroristici come in passato”, ha assicurato il capo della diplomazia iraniana, citato dall'agenzia ufficiale IRNA, prima della sua partenza per Damasco. Dall’inizio della guerra civile, Teheran è impegnata militarmente in Siria, inviando consiglieri, su richiesta delle autorità locali, a sostegno di Bashar Al-Assad. Sabato Teheran ha chiesto “coordinamento” con Mosca di fronte a questa offensiva. (2 DIC - DEG)
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