Le cattive condizioni del tempo od un “bird strike”, l’impatto con dei volatili, oltre ad un guasto meccanico, sono le ipotesi al vaglio dell’incidente di un Boeing 737-800 della compagnia low cost sudcoreana Jeju Air, schiantatosi con 181 persone a bordo contro un muro all'aeroporto di Muan, in Corea del Sud, mentre era in fase d’atterraggio. Si parla di almeno 120 persone rimaste uccise nell’incendio del velivolo ma si teme che il bilancio sia molto più grave e che gli unici superstiti, per quanto feriti in modo gravissimo, siano solo due dei 6 membri dell'equipaggio: un uomo e una donna estratti dalla coda del velivolo in fiamme. In un video filmato da un cittadino e diffuso dalla tv coreana Mbc si vede il volo 7C2216 (quando erano le 9.03 di questa mattina, l’1.03 di notte in Italia) scendere sulla pista con il carrello di atterraggio non aperto. “È davvero difficile atterrare con questo tipo di jet e in modo deliberato con i carrelli non dispiegati. Per portarli giù, in caso di guasto idraulico, si tirano tre corde che si trovano in un vano sul pavimento della cabina di pilotaggio, una volta aperto uno sportellino. Allo stato attuale non è possibile dire se non abbiano tirato le corde o se queste non abbiano funzionato per una qualche ragione” le parole di due comandanti di Boeing 737 dalle pagine del Corriere della Sera. Nel video si vede inoltre uscire una veloce fiammata dal motore destro del velivolo, tipico del fenomeno del “bird strike”. A bordo dell’aereo, proveniente da Bangkok, in Thailandia, si trovavano 175 passeggeri (173 sudcoreani e 2 thailandesi). Jeju Air nel 2024 ha fatto viaggiare 14,8 milioni di persone su oltre 78mila voli ed è il terzo vettore della Corea del Sud dopo Korean Air ed Asiana Airlines. (29 dic - red)
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