di Paolo Pagliaro
In attesa di capire se quelli di Musk siano i satelliti più affidabili o se ce ne siano altri di un gestore meno imprevedibile e più istituzionale, resta inevasa la questione sollevata dagli scienziati, se cioè sia il caso di tappezzare il cielo con costellazioni artificiali.
Nelle ultime notti dell’anno in Toscana ci sono stati molti avvistamenti di puntini luminosi che attraversavano il firmamento. Ma non si trattava di stelle, bensì dei satelliti Starlink, che attualmente sono 7 mila e diventeranno ben presto 12 mila. L’astrofisico Gianluca Masi, responsabile dell’osservatorio robotico di Manciano, centro di eccellenza internazionale, ha spiegato alla Nazione che orami i satelliti in orbita bassa interferiscono con le immagini ottenute dai telescopi. Negli ultimi due anni ci sono state proteste e appelli un po’ in tutto il mondo. Per la comunità astronomica è un problema vitale, perché le scie luminose dei satelliti inquinano le immagini ottenute per indagare sull'universo e anche per ricercare asteroidi potenzialmente pericolosi.
La situazione è destinata a peggiorare visto che Starlink è solo una delle tante costellazioni satellitari in fase di sviluppo e la previsione è che che il numero di satelliti in orbita supererà i 100.000 entro il 2030.
Il nuovo anno promette grandi eventi astronomici. A metà gennaio, Marte sarà visibile a occhio nudo tra le costellazioni dei Gemelli e del Cancro. Sarà un’opportunità unica per osservare il pianeta rosso. Ma non è detto che questa volta ci si riesca come accadeva in passato, quando ancora era possibile uscire a riveder le stelle.