È stata tanto desiderata, l’Università del Salento. E quando nel 1955 si costituì il Consorzio universitario, la città con le sue istituzioni – ma pure con i privati cittadini – fece di tutto perché quel sogno si realizzasse. Sono passati 70 anni, scrive Repubblica, l’Ateneo di Lecce è in fermento continuo, e per l’inaugurazione dell’anno accademico, il 17 gennaio, attende il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Un motivo di orgoglio e felicità – dice il rettore Fabio Pollice al quotidiano di piazza Indipendenza – non perché è il presidente della Repubblica, ma perché è questo presidente”. L’Università del Salento è diventata a sua volta motivo di orgoglio per il territorio? “Negli anni è cresciuta la credibilità dell’istituzione e il suo forte radicamento territoriale, in virtù degli sforzi compiuti dall’Ateneo, che è diventato motore di sviluppo territoriale. Ha saputo attrarre imprese e rafforzare la competitività di quelle presenti, e ha contribuito allo sviluppo del territorio non solo in termini economici, ma anche culturali. Era una tendenza già presente 70 anni fa, quando la comunità decise di investire sulla cultura, più che sull’industria. È stata una scelta lungimirante, perché allora l’industria attingeva a manovalanza non istruita, e invece oggi il sistema economico si basa tutto sulla conoscenza, le attività che producono ricchezza fanno leva su posizioni di concetto, e lavoro di alta qualificazione”. Quanti studenti e quanti corsi offre oggi UniSalento? “Attualmente ha 20mila studenti, e abbiamo appena approvato altri quattro nuovi percorsi, che se saranno accettati dal ministero ci portano a un ventaglio di oltre 75 corsi. Non è tanto la quantità a contare, però, ma la qualità. Siamo partiti con un’area umanistico-sociale, abbiamo aggiunto quella scientifico-tecnologica, poi quella economico-giuridica e infine l’area salute. Così copriamo tutto lo scibile umano”. (14 GEN - deg - unv)
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