“Il passaggio che mi ha più colpito del discorso inaugurale di Donald Trump è quello dove affermava di voler realizzare il sogno di Martin Luther King. Dimostra che i politologi hanno frainteso la sua idea di populismo. Per anni è stato considerato l’espressione dei maschi bianchi ed anziani, la loro ultima chance per respingere i cambiamenti culturali portati avanti dai democratici. Il risultato elettorale ha dimostrato che è una lettura inesatta. Il discorso dimostra che il suo è un populismo multietnico e aspirazionale”. Così, in una intervista a Repubblica, Yascha Mounk, politologo della John Hopkins University, riflette sulle parole del neopresidente degli Stati Uniti. L’autore di “Popolo vs. Democrazia” sottolinea: “Trump continua a essere il populista che non accetta limiti al suo potere, pronto a compiere atti incostituzionali come quello annunciato di voler mandare l’esercito al confine col Messico. Ma sotto l’ombrello del suo partito c’è posto per chiunque sostenga la sua causa. Ha ringraziato ispanici, asiatici, afroamericani che hanno votato per lui: elettori che hanno rigettato idee dogmatiche dei dem come le quote Dei (Diversità, Equità e Inclusione), convinti che l’America non è più quella dei loro genitori e nonni e c’è spazio per chi saprà avere successo con le proprie forze. Questa gente pensa di accedere al sogno americano attraverso Trump, che darà loro un futuro più inclusivo e glorioso. Offrendogli addirittura il sogno interplanetario di piantare la bandiera a stelle e strisce su Marte”. Una base multietnica che sostiene politiche restrittive sull’immigrazione. Com’è possibile?
“La frontiera aperta con il Messico spaventa anche gli ispanici perché negli ultimi anni sono entrate in America milioni di persone. La realtà è che la maggioranza degli elettori vuole politiche restrittive ma non eccessive. Se Trump deporterà lavoratori che vivono da molti anni in America o ricomincerà a mettere i bambini nelle gabbie, il sostegno alle sue politiche migratorie crollerà”. E del presunto saluto romano di Elon Musk dice: “A me è sembrato più il gesto spontaneo e sovreccitato, per quanto sgraziato, di uno che com’è noto soffre di autismo. Stava dicendo ‘il mio cuore va verso di voi’ e ha disegnato una parabola. Attaccarlo per quello fa solo dire ai trumpiani che i dem cercano sempre un pretesto per dargli addosso”. (22 gen - red)
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