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direttore Paolo Pagliaro

CASSAZIONE: ALLARME
SU FEMMINICIDI

CASSAZIONE: ALLARME <BR> SU FEMMINICIDI

 “In questo contesto ‘rendere giustizia’ si è fatto più difficile e richiede al giudice la ferma osservanza di alcuni principi basilari: la ricerca di soluzioni saldamente ancorate al diritto positivo in ossequio al principio costituzionale di soggezione esclusiva alla legge; il rispetto del riparto delle attribuzioni previsto dalla Carta fondamentale; la leale collaborazione con i vari poteri e organi dello Stato; senso di responsabilità e dell’autolimite; attenzione al contenuto e all’incidenza concreta della norma nella soluzione del singolo caso concreto”. Così la prima presidente della Corte di cassazione, Margherita Cassano, nella cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Tra i temi affrontati nella relazione, quello del lavoro irregolare, “una delle cause principali delle lesioni o delle morti sul lavoro. Nei primi undici mesi del 2024 gli infortuni mortali sono stati mille (+32 rispetto allo stesso periodo del 2023), mentre le denunce di infortunio sul lavoro sono state 543.039 (+0,1% rispetto allo stesso periodo del 2023). In aumento del 21,7% rispetto al periodo precedente le patologie di origine professionale denunciate, pari a 81.671”. Poi, centrale nell’intervento della prima presidente della Cassazione è il tema della violenza contro le donne: “Nell’anno 2024, su un totale di 314 omicidi volontari (in calo dell’8% rispetto ai 340 dell’anno precedente e ai 328 del 2022), quelli maturati in ambito familiare o affettivo ammontano a 151 e in 96 casi hanno come vittima una donna”. Sono in progressivo, costante aumento nell’ultimo triennio i c.d. reati ‘spia’ (tra cui violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, stalking), dei quali i femminicidi costituiscono spesso il tragico epilogo, nonché gli altri reati ricompresi nel c.d. ‘codice rosso’ (violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa + 18%; diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti + 1%; costrizione o induzione al matrimonio + 21%; deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti + 3%). A loro volta le rilevazioni dell’Istat restituiscono un quadro composito in cui all’incremento delle chiamate al numero di aiuto nazionale antiviolenza e stalking (+37,3 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) non corrisponde un aumento percentuale delle denunce o delle querele che anzi, nel 73% dei casi, non risultano presentate per varie cause, tra le quali assume preminente rilievo il timore delle reazioni dell’autore degli atti violenti (37,5%). “I dati – che saranno suscettibili di ulteriore approfondimento dopo il varo dei decreti attuativi della legge n. 53 del 2022 che prevede l’interoperabilità delle banche dati integrate tra Ministeri dell’interno e della giustizia – continuano ad essere allarmanti, in quanto espressione di una perdurante, angusta concezione della donna quale oggetto di possesso e dominio da parte dell’uomo e di una visione dei rapporti sentimentali basata su logiche di prevaricazione sessuale, favorite anche dai social media che producono e/o riproducono stereotipi di genere, nuove forme di violenza di genere on line (cyber-violenza) e amplificano il linguaggio violento” sottolinea Cassano, per poi aggiungere: “Non è, quindi, purtroppo ancora giunto il tempo in cui, mutuando le parole della poetessa Alda Merini, la libertà di una donna possa misurarsi dall’intensità dei suoi sogni”. “Suscita sgomento il numero di suicidi all’interno del carcere” rileva inoltre la prima presidente della Cassazione, ricordando che al 31 dicembre 2024 erano pari a 83 (47 italiani e 36 stranieri), numero cui vanno aggiunti 18 decessi per cause ancora oggetto di accertamento. Alla data del 10 gennaio 2024 si sono verificati altri 5 suicidi e 2 decessi per motivi da indagare. L’età media delle persone che si sono suicidate è di circa 40 anni. “Deve risuonare nelle coscienze di ciascuno di noi il monito del Presidente della Repubblica a scongiurare che la persona ristretta in carcere viva in condizioni angosciose e disperanti, ‘indecorose per un Paese civile’, tali da costringerla a gesti estremi”. Cassano rimarca infine che “questi dati restituiscono un’immagine della magistratura diversa da quella oggetto di abituale rappresentazione e posta a base di progetti riformatori. Una magistratura che, conscia delle sue responsabilità, cerca di assolvere al meglio i propri doveri con spirito di collaborazione, tensione ideale, impegno professionale, senso del limite e della misura, ascolto attento delle ragioni altrui nella convinzione che un confronto costruttivo costituisce un prezioso stimolo a migliorare”.

NORDIO: Nel corso del suo intervento, invece, il ministro della Giustizia   Carlo Nordio ha ricordato gli “importanti traguardi” già tagliati nella realizzazione del Pnrr per la giustizia come pure gli obiettivi da raggiungere nel prossimo biennio per il completamento del programma concordato in sede europea: in particolare la riduzione dei tempi di trattazione dei procedimenti civili e penali (disposition time) e soprattutto la digitalizzazione del processo penale di primo grado, entro la fine del 2025. Nella parte conclusiva della sua relazione, il ministro Nordio ha ribadito l’impatto che sulla complessiva riforma della giustizia in corso di attuazione potrà avere la modifica costituzionale recentemente approvata in prima deliberazione dalla Camera dei deputati in materia di ordinamento giudiziario: la rispondenza dei suoi contenuti sia allo spirito del Codice di procedura penale firmato da Giuliano Vassalli, sia al dettato fondamentale della Costituzione restano tra gli obiettivi della modifica normativa, con l’obiettivo finale di attuare il principio liberale del “giusto processo”. (Roc)

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