Il colonnello Avichay Adraee, portavoce dell’esercito israeliano (IDF) per la comunità araba, ha messo in guardia i residenti di Gaza dal tornare nella zona settentrionale della Striscia attraverso il Corridoio di Netzarim, dove le forze israeliane sono ancora presenti. Ha precisato che il motivo del ritardo nella riapertura di questa via è attribuibile alla “violazione dell’accordo di cessate il fuoco da parte di Hamas”. In un comunicato diffuso ieri, l’Ufficio del Primo Ministro ha sottolineato che Israele non consentirà ai palestinesi di rientrare nel nord della Striscia di Gaza fino a quando Hamas non avrà preso provvedimenti per garantire la liberazione dell’ostaggio civile israeliano Arbel Yehud. Stando alle autorità israeliane, il gruppo ha violato i termini dell’accordo, liberando donne soldato prima di tutte le civili ancora in vita. Adraee, intervenendo sulla piattaforma X, ha dichiarato che il Corridoio di Netzarim resterà chiuso “finché il rilascio dell’israeliana Arbel Yehud non sarà concordato tra i mediatori e Israele”. Ha poi esortato i civili di Gaza a rispettare le istruzioni impartite dall’esercito per la loro sicurezza. Hamas ha infranto per la seconda volta l’intesa sul cessate il fuoco, non fornendo ad Israele l’elenco aggiornato sullo stato degli ostaggi che dovrebbero essere rilasciati nella fase successiva dell’accordo. Fino a questo momento, sette ostaggi su un totale di 33 sono stati liberati, in cambio della scarcerazione di circa 300 detenuti palestinesi. In base ai termini dell’accordo, il gruppo palestinese avrebbe dovuto consegnare entro sabato una lista dei 26 ostaggi rimasti, tutti appartenenti alla categoria “umanitaria”, comprendente donne, bambini, anziani e persone malate, indicando chi tra loro fosse ancora vivo. Fonti governative israeliane, citate dalla stampa locale, hanno confermato che Gerusalemme non ha ricevuto l’aggiornamento pattuito, il che costituisce una violazione dell’accordo in corso. Già sabato mattina, Israele aveva annunciato che il rientro dei palestinesi sfollati nella zona settentrionale di Gaza sarebbe stato posticipato, accusando Hamas di non aver rispettato i termini dell’intesa, in particolare per il mancato rilascio dell’ostaggio civile Arbel Yehud. Al contrario, il gruppo ha liberato quattro soldatesse che erano state prigioniere per 477 giorni — Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag — nonostante l’accordo prevedesse che tutte le donne civili ancora in vita fossero rilasciate prima dei soldati.
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