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SUICIDIO ASSISTITO,
CASO IN LOMBARDIA

SUICIDIO ASSISTITO, <br>  CASO IN LOMBARDIA

Per la prima volta in Lombardia, una paziente ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito con un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale, in base alla procedura stabilita dalla Corte costituzionale nel 2019, in merito alla vicenda di dj Fabo. I giudici della Consulta avevano fissato quattro requisiti: irreversibilità della patologia, dipendenza da sostegni vitali, presenza di sofferenze fisiche o psicologiche considerate intollerabili, capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli. Il caso lombardo, il sesto in Italia, riguarda una cinquantenne affetta da oltre trenta anni da sclerosi multipla. Il suo percorso di fine vita, accompagnato dall'associazione Luca Coscioni, è stato concluso nel mese di gennaio. “La mia breve vita è stata intensa e felice, l’ho amata all’infinito e il mio gesto di porre fine non ha significato che non l’amassi" è l'ultimo messaggio lasciato dalla donna. Il caso riaccende il dibattito sul tema del fine vita, a pochi giorni dall'approvazione della legge in Toscana, basata sul progetto di legge dell'associazione Luca Coscioni, che a novembre era stato bocciato in Lombardia. Il governatore Attilio Fontana spiega che la Regione si è limitata a rispettare la decisione della Consulta, sottolineando la necessità di una legge nazionale. “Il dibattito sul fine vita va affrontato in Parlamento, si tratta di un tema complesso che riguarda la vita e la morte delle persone Lo ha detto a Radio24 Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati-Centro Popolare  -  Non si può, quindi, improvvisare o commettere errori né farne una bandierina di partito. Il Parlamento purtroppo è in ritardo, perché arrivare a un’intesa richiede tempo. Nonostante ciò, quello del fine vita resta un tema nazionale e spetta alle Camere esprimersi. Non può valere il principio secondo cui, siccome il Parlamento non legifera, ogni regione si sente libera di intervenire a casa sua su un tema così complesso. Io sono favorevole all’autonomia differenziata, ma in questo caso la competenza è nazionale e non si può costruire una legislazione Arlecchino".  "La scelta della Toscana sul ‘fine vita’? La Toscana ha fatto un passo avanti eccessivo, c’è la necessità di una discussione parlamentare più ampia” dice a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. (Roc)

                   

 

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