Secondo il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, “la filosofia sposata dall’Europa” sulla crisi ucraina “non ha portato da nessuna parte”. Di conseguenza, il capo della diplomazia di Mosca ha detto di “non sapere” cosa potrebbero fare i rappresentanti del vecchio continente ad un eventuale tavolo dei negoziati. Lavrov ha richiamato in particolare l'attenzione sulle parole del presidente finlandese Alexander Stubb alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il quale ha affermato la necessità di riarmare Kiev. “La filosofia degli europei non è andata da nessuna parte – ha detto Lavrov -. Non so cosa dovrebbero fare al tavolo delle trattative. Se stanno per ‘implorare’ qualche idea subdola sul congelamento del conflitto, mentre a modo loro, carattere e abitudini intendono continuare la guerra, allora perché invitarli alle trattative?” ha detto Lavrov il quale ha ricordato inoltre che l'Europa ha già avuto modo di partecipare al processo negoziale. “Il loro desiderio è già stato soddisfatto più volte”, ha osservato, menzionando l'accordo del 2014 “Sulla risoluzione della crisi politica in Ucraina”, nonché gli accordi di Minsk. “Avevano bisogno di tempo per armare l'Ucraina. Queste erano le loro intenzioni”, ha aggiunto Lavrov.
Lavrov ha inoltre sottolineato poco fa che in un eventuale negoziato con l’Ucraina, sarà “impossibile” fare “concessioni territoriali” a Kiev anche per il fatto che le truppe ucraine si “stanno comportando anche peggio degli assassini di Hitler, guardate le atrocità che stanno commettendo”. Di conseguenza non è possibile che ci sia “nemmeno un minimo di pensiero da parte di qualcuno presente” a eventuali colloqui di pace “sulla possibilità di cedere alcuni territori”. Del resto, ha argomentato Lavrov, “Come cederli? Con il popolo russo o senza il popolo?”. Il capo della diplomazia di Mosca ha quindi ricordato che “le concessioni territoriali a quella che oggi è chiamata Ucraina furono fatte dalla dirigenza sovietica durante la formazione dell'URSS, quando vasti territori che erano stati sviluppati dal popolo russo per secoli, sui quali il popolo russo aveva fondato città, costruito fabbriche, porti, organizzato la vita, l'industria e l'agricoltura, furono, per ragioni di cui il presidente ha parlato molte volte, inclusi nella Repubblica Socialista Sovietica Ucraina”. (17 feb - deg)
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