Russia e Stati Uniti tornano oggi a parlarsi ai più alti livelli a Riad dove è in programma il faccia a faccia tra i capi delle diplomazie di Mosca e Washington le cui relazioni hanno toccato il livello più basso dallo scoppio della guerra in Ucraina. Il bilaterale dovrebbe inoltre preparare il terreno per un vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin. Da parte americana saranno presenti il Segretario di Stato Marco Rubio (NELLA FOTO), giunto ieri a Riad dove ha incontrato il principe ereditario Mohammed Ben Salman, nonché il Consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente americano Mike Waltz e l'Inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff. Mosca sarà invece rappresentata dal suo ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, e da Yuri Ushakov, consigliere diplomatico di Vladimir Putin. Ieri, il dipartimento di Stato americano ha sottolineato che l’incontro in Arabia Saudita non rappresenta l'inizio di una “negoziazione” sull'Ucraina, ma piuttosto un seguito alla conversazione telefonica tra Trump e Putin.
A seguire a distanza gli eventi di Riad c’è anche un’Europa che anche il vertice di Parigi di ieri ha dimostrato essere tutt’altro che compatta, ma che comunque si appella agli Usa affinché non si disimpegnino dall’assicurare la sua sicurezza. Sulla questione ucraina, è apparso evidente che dopo oltre tre ore di discussioni, Emmanuel Macron, ospite di questo mini-vertice alla presenza di otto leader europei e dei responsabili della NATO e degli organismi comunitari, si sia astenuto anche solo dal tentativo di riassumere il contenuto del dibattito. Alcuni dei partecipanti al vertice, come il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro britannico Keir Starmer, si sono dimostrati appena più disponibili. A tarda sera, il capo dello Stato francese ha semplicemente annunciato su X di aver parlato con Donald Trump e Volodymyr Zelensky, chiedendo "garanzie forti e credibili". “Auspichiamo una pace forte e duratura in Ucraina. A tal fine, la Russia deve cessare la sua aggressione e ciò deve essere accompagnato da forti e credibili garanzie di sicurezza per gli ucraini ", ha scritto l’inquilino dell’Eliseo.
Al termine del vertice, Scholz ha invece ribadito la sua determinazione a sostenere l'Ucraina e si è detto contrario a una “pace basata sul diktat imposto” a Kiev. Da parte sua, il Segretario generale della NATO Mark Rutte ha affermato che “l'Europa è pronta e disposta a rafforzarsi e a prendere l'iniziativa di fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina”.
È un fatto, però, che ieri il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov abbia pesantemente bacchettato l’Europa, in quanto la sua presa di posizione sulla crisi ucraina “non ha portato da nessuna parte”. Di conseguenza, il capo della diplomazia di Mosca ha detto di “non sapere” cosa potrebbero fare i rappresentanti del vecchio continente ad un eventuale tavolo dei negoziati. Lavrov ha richiamato in particolare l'attenzione sulle parole del presidente finlandese Alexander Stubb alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il quale ha affermato la necessità di riarmare Kiev. “La filosofia degli europei non è andata da nessuna parte – ha detto Lavrov -. Non so cosa dovrebbero fare al tavolo delle trattative. Se stanno per ‘implorare’ qualche idea subdola sul congelamento del conflitto, mentre a modo loro, carattere e abitudini intendono continuare la guerra, allora perché invitarli alle trattative?” ha detto Lavrov il quale ha ricordato inoltre che l'Europa ha già avuto modo di partecipare al processo negoziale. “Il loro desiderio è già stato soddisfatto più volte”, ha osservato, menzionando l'accordo del 2014 “Sulla risoluzione della crisi politica in Ucraina”, nonché gli accordi di Minsk. “Avevano bisogno di tempo per armare l'Ucraina. Queste erano le loro intenzioni”, ha aggiunto Lavrov. (18 FEB - deg)
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