"Il Papa ha trascorso una notte tranquilla, si è svegliato e ha fatto colazione". È quanto fa sapere questa mattina, 19 febbraio, la Sala Stampa della Santa Sede. Come sottolinea Vatican News, ieri pomeriggio Francesco, le cui condizioni cliniche continuano a presentare un quadro complesso, è stato sottoposto a una tac toracica di controllo "prescritta dall'equipe sanitaria vaticana e da quella medica della Fondazione Policlinico 'A. Gemelli'" che "ha dimostrato l'insorgenza di una polmonite bilaterale", la quale "ha richiesto un'ulteriore terapia farmacologica", aveva informato la Sala Stampa vaticana. Svariati i messaggi di auguri per una pronta guarigione giunti al Papa. Anche i bambini ricoverati presso l'Unità operativa di Oncologia Pediatrica dello stesso Gemelli hanno scritto al Pontefice realizzando dei disegni. "Di umore buono", il Pontefice "ringrazia per la vicinanza che sente in questo momento e chiede, con animo grato, che si continua a pregare per lui", riferiva la nota della Sala Stampa di ieri sera.
SPADARO. “C’è grande attenzione, com’è naturale, è evidente che la situazione sia delicata, ma non mi pare di aver percepito nessuna forma di allarmismo”. Lo afferma padre Antonio Spadaro, sottosegretario del dicastero vaticano per la cultura in una intervista al Corriere della Sera sulle condizioni di Papa Francesco. “Ha un’energia vitale straordinaria. Non è una persona che si lascia andare, non è un uomo rassegnato”. E per la guarigione dalla polmonite che affligge il pontefice spiega che occorre attendere dalle 2 alle 3 settimane: “La cosa importante è che ora si prenda il tempo necessario in un ambiente protetto”, “lui fa fatica a rimanere chiuso in uno spazio asettico. Non si è mai risparmiato”, “non si è mai concesso un riposo assoluto, è dagli anni Settanta che non fa una vacanza” e “anche in questi giorni legge i giornali, si occupa un po’ del lavoro, telefona. Dimostra come sempre un’energia vitale straordinaria. Del resto, è tipico di un gesuita vivere e lavorare e anche morire in trincea”, “non vuole risparmiarsi, mai. E a questo si aggiunge il fatto che non ha problemi a mostrare la propria debolezza. Quando ha celebrato in piazza e già non stava bene, non ha trovato strano leggere solo una parte dell’omelia. Avrebbe potuto finire prima, invece ha detto che non riusciva a proseguire e l’ha data da leggere. Vive con molta tranquillità il limite fisico”. Se tutto andasse bene, sarebbe pensabile una rinuncia come Benedetto XVI? “Lui è consapevole, come ha detto in passato, che si governa con la testa e non con le gambe. Certo, si tratta anche di valutare le energie che si possono esprimere. Il Papa è una persona che, se comprendesse di non avere più le forze per portare avanti la Chiesa, si dimetterebbe. Ma finché sente che le energie ci sono, non sarà un problema temporaneo di salute a fermarlo”. (19 feb - red)
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