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SANTANCHE’: DIMISSIONI?
VALUTERO’ DOPO UDIENZA

 SANTANCHE’: DIMISSIONI? <br> VALUTERO’ DOPO UDIENZA

- L’apertura arriva giusto sul finale: “Ho la certezza che i vostri attacchi e la vostra persecuzione non finiranno qui. A breve ci sarà un’altra udienza preliminare (quella sul caso Inps, ndr) e in quella occasione è giusto che io faccia una riflessione per valutare le mie dimissioni, ma lo farà da sola, con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura”. Per il resto, la replica della ministra del Turismo Daniela Santanché alla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni è dura, e con molti passaggi contro-accusatori, come quando attacca: “Per nascondere il vostro giustizialismo parlate di opportunità, ma la storia recente non vi ha insegnato nulla? Lupi, Mastella, De Girolamo, Bassolino, Errani, Matteo Renzi, Siri, l’ex senatore del Pd: tutti amministratori o ministri che si sono dovuti dimettere e poi sono risultati assolti. L’opportunità si scontra con il garantismo. Io non vorrei entrare a far parte di questo elenco ma non intendo scappare: intendo difendermi in sede giudiziaria”. Oppure sarcastici, come quanto apre l’armadio della vicenda borse, emersa nelle ultime dopo le parole di Francesca Pascale: “In queste ultime 76 ore sono rimasta basita e ho capito bene chi siete voi dell’opposizione – attacca - : quando persone del centrodestra mi attaccano, improvvisamente diventano paladine della verità. Ma lo vedremo in tribunale, nelle mie borse non c’è paura. Io non ho nulla da nascondere, si ruba solo quello che si nasconde, come diceva mio padre”.

Per lanciarsi in una specie di scontro culturale di classe: “Io sono l’emblema di tutto quello che detestate, lo rappresento plasticamente: ma voi non volete combattere la povertà, voi volete combattere la ricchezza. Io avrò sempre il mio tacco 12, ci tengo al mio fisico, avrò sempre il sorriso e non sarò mai come voi”.  Tutto l’intervento della ministra, che nel passaggio più istituzionale cita anche “l’aver riportato l’Italia a parlare di turismo” è accompagnato da un brusio ininterrotto tra i banchi del centrosinistra, che costringe la presidenza di turno a interrompere più volte il flusso della parole di Santanché, che si sfoga: “Ci vuole una grande forza per non impazzire, per continuare questa grande battaglia, ma la forza me la dà una cosa in cui voi credere poco: la mia famiglia. L’ergastolo mediatico è una condanna che rimarrà per tutta la vita”. In apertura, entrando nel merito delle inchieste che la riguardano, aveva premesso che “la mozione ha per oggetto fatti che se verranno evidenziati, ed è tutto da vedere, sono antecedenti alla mia nomina a ministro. E che “per quanto riguarda il fascicolo relativo alla cassa integrazione Covid, il mio coinvolgimento si limita alla decisione di accedere al beneficio”.  Per poi giurare: “Non mi sento sola, né in questo governo né all’interno del Paese, perché penso di non essere sola nella battaglia del garantismo”.

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