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direttore Paolo Pagliaro

USA, IMPERIALISMO
IN SALSA TRUMPIANA

USA, IMPERIALISMO <BR> IN SALSA TRUMPIANA

Quello andato in scena nella notte italiana a Washington davanti a Camera e al Senato in sessione congiunta è sembrato per molti versi uno degli agguerriti comizi tenuti dal presidente americano Donald Trump nel corso della campagna elettorale. Un discorso ultra-divisivo nel quale il leader repubblicano ha rivendicato con orgoglio il cammino intrapreso per l’eliminazione della cultura “woke”: “Abbiamo posto fine alla tirannia delle cosiddette politiche di diversità, equità e inclusione nel governo federale – ha detto Trump – così come nel settore privato e nelle nostre forze armate. E il nostro Paese non sarà più ‘risvegliato’” da una tale cultura. In particolare, riguardo ai transgender, l’inquilino della Casa Bianca ha dichiarato: “Voglio che il Congresso approvi una legge che vieti e criminalizzi in modo permanente il cambio di genere nei bambini e ponga fine per sempre alla menzogna secondo cui ogni bambino è intrappolato nel corpo sbagliato. Questa è una grande bugia. E il nostro messaggio a ogni bambino americano è: siete perfetti. Proprio come Dio ha vi ha creato”.

Gridando che “l’America è tornata”, il Tycoon ha quindi proclamato che “Niente può fermare il sogno americano”.  Gli Stati Uniti – ha aggiunto – sono “sull'orlo di una rimonta quale il mondo non ha mai visto e potrebbe non vedere mai più”. “Abbiamo realizzato più cose in 43 giorni di quanto la maggior parte delle amministrazioni faccia in quattro o otto anni, e siamo solo all'inizio”, ha detto suscitando un forte applauso tra i suoi compagni di partito.

Dalle parole di Trump, che ha parlato per circa un’ora e quaranta, appare chiaramente l’intenzione di perseguire una politica internazionale che davvero ricorda una versione rimodernata della dottrina Monroe, che in questo caso prevederebbe da una parte il predominio assoluto degli Usa nell’emisfero occidentale e al contempo un disimpegno dagli affari europei. In tale ottica vanno inquadrate le frasi riguardanti la Groenlandia e Panama, che ancora una volta Trump ha affermato di volere sotto il proprio controllo. “Il Canale di Panama – ha detto il miliardario 78enne – è stato costruito dagli americani per gli americani, non per gli altri”. Per poi aggiungere senza tanti giri di parole: “L'abbiamo dato a Panama e lo riprenderemo”. In passato, del resto, il Tycoon ha più volte avuto parole non certo tenere per l’ex presidente Jimmy Carter, da lui giudicato sì “una brava persona” ma che a detta di Trump avrebbe commesso proprio il gravissimo errore di cedere questo passaggio marittimo di estrema importanza strategica. Stessa musica per la Groenlandia: “Ne abbiamo bisogno per la nostra sicurezza nazionale e persino internazionale. E stiamo lavorando con tutti i soggetti coinvolti per cercare di ottenerla. Ma ne abbiamo davvero bisogno per la sicurezza internazionale del mondo. E penso che in un modo o nell'altro ci arriveremo. Ce la faremo”. Quindi, rivolgendosi direttamente al popolo di questo territorio autonomo danese: “Vi proteggeremo – ha detto Trump - vi renderemo ricchi e insieme porteremo la Groenlandia a vette che non avreste mai immaginato possibili”.

Nel suo torrenziale discorso Trump ha inoltre difeso a spada tratta Elon Musk, il cui Dipartimento per l'efficienza governativa, ha affermato, starebbe permettendo di “combattere ulteriormente l'inflazione”, il che porterà a ridurre il costo dell'energia. Inoltre, grazie al DOGE, “porremo anche fine allo spreco palese di tasse”. Trump ha assicurato che “La mia amministrazione riprenderà il potere da questa burocrazia irresponsabile e ripristineremo ancora una volta la vera democrazia in America. E qualsiasi burocrate federale che si opponga a questo cambiamento verrà immediatamente rimosso dall'incarico. Perché stiamo prosciugando la palude. È molto semplice. E i giorni del governo dei burocrati non eletti sono finiti”.

Non poteva mancare un passaggio su dazi doganali: “Se non produci i tuoi prodotti in America sotto l'amministrazione Trump, pagherai dazi doganali, a volte piuttosto elevati. Il 2 aprile entreranno in vigore le tariffe reciproche e, qualunque tariffa imporranno a noi e agli altri Paesi, noi imporremo loro le stesse tariffe”. Certo, ha ammesso il presidente, i dazi potrebbero causare “qualche interruzione” all'economia statunitense, “ma per noi va bene”, ha aggiunto, in quanto “I dazi renderanno gli Stati Uniti di nuovo ricchi e grandi. Ciò accadrà, e molto rapidamente. Ci saranno alcuni disagi, ma per noi è accettabile”.

Come in ogni “comizio” di Trump che si rispetti, non poteva mancare un’invettiva agli immigrati: “Elimineremo queste minacce, proteggeremo la nostra patria e completeremo la più grande operazione di deportazione nella storia americana”, ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca il quale, sul tema più in generale della giustizia, ha spiegato di aver già firmato “un ordine esecutivo che impone la pena di morte obbligatoria per chiunque uccida un agente di polizia. E stasera chiedo al Congresso di rendere questa politica una legge permanente. Chiedo inoltre una nuova legge sulla criminalità che sia più severa nei confronti dei recidivi”.

Sul tema della difesa, Trump ha inoltre rivelato di essere “concentrato sulla creazione dell'esercito più potente del futuro. Come primo passo, chiedo al Congresso di finanziare uno scudo missilistico all’avanguardia, il ‘Golden Dome’, per proteggere la nostra patria. Sarà completamente realizzato negli USA”.

Per quanto riguarda l’Ucraina, Trump si è limitato a rendere noto di aver “ricevuto una lettera importante dal presidente ucraino Zelensky. Nella lettera si afferma che ‘l'Ucraina è pronta a sedersi al tavolo dei negoziati il prima possibile per avvicinarsi a una pace duratura. Nessuno desidera la pace più degli ucraini’, ha affermato. ‘Io e il mio team siamo pronti a lavorare sotto la forte guida del Presidente Trump per raggiungere una pace duratura. Apprezziamo sinceramente tutto ciò che l'America ha fatto per aiutare l'Ucraina a mantenere la sua sovranità e indipendenza. Per quanto riguarda l'accordo sui minerali e sulla sicurezza, l'Ucraina è pronta a firmarlo in qualsiasi momento’”. Nessuna parola però su un’eventuale apertura a un nuovo incontro con il leader ucraino.

Il presidente americano ha concluso il suo discorso scandendo lo slogan "Combatti! Combatti! Combatti", le parole pronunciate subito dopo il suo tentato assassinio e ripetute dai suoi sostenitori in Aula. “Cari compatrioti – ha gridato tra le ovazioni dei suoi e lo sgomento degli avversari – preparatevi per un futuro incredibile. Perché l'età dell'oro dell'America è appena iniziata. Sarà diverso da qualsiasi cosa abbiamo mai visto prima”. (5 MAR - deg)

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