Roma, 5 mar – “Essere giusti è difficile nella vita: tutti potremmo essere giusti in teoria, ma poi bisogna essere messi alla prova: e i giusti che Israele designa con questo nome sono persone che sono state messe alla prova in un momento terribile, difficile e che hanno risposto positivamente a quella prova, facendo qualcosa che in quel momento non era semplice, che oggi può sembrare facile, scontato, ma che in quel momento era drammaticamente complicato, adempiendo non a un obbligo religioso ma a un obbligo morale, a qualcosa che al di là dei convincimenti politici, delle idee culturali, delle fedi professate unisce tutti gli uomini che rispondono al proprio animo alla richiesta di essere appunto ‘giusti’, facendo qualcosa che in quel momento è complicato. A loro noi dobbiamo consegnare un atto di memoria importante”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in occasione della cerimonia di illuminazione in bianco della facciata di Palazzo Madama, alla vigilia della Giornata dei Giusti Italiani. “Giusti italiani ce ne sono – aggiunge - ce ne sono in proporzione alla nostra popolazione più della percentuale che uno si aspetterebbe, ce ne sono di tutte le idee politiche, di tutte le provenienze”. “Giusti – sottolinea la seconda carica dello Stato - possiamo esserlo all’occasione tutti purché lo si voglia e purché lo si metta in pratica nel nostro agire, come fecero i Giusti che Israele ricorda, senza avere nessuna paura delle conseguenze, o se si ha paura delle conseguenze superando con il coraggio”. “Ringrazio – conclude La Russa - per la presenza la comunità ebraica di Roma e nazionale, per averci confortato in questa scelta di illuminare di bianco il palazzo”. "Tutti noi come istituzioni e portatori di responsabilità partecipiamo allo sforzo collettivo collegato alla memoria, con la sfida che ribadiamo ogni anno di arginare ogni forma di negazionismo e banalizzazione" così Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. "Per far conoscere – aggiunge - la verità e le dimensioni dell'orrore, e specialmente l'abisso umano chiamato Shoah, quello del 7 ottobre per gli orrori compiuti da Hamas, delle guerre in corso mentre siamo qua. Parimenti è doveroso per noi l'impegno verso la memoria del bene, non ha numeri né evidenze così ben documentate perché spesso i nomi dei Giusti non vengono scritti né sanciti ma sicuramente fanno parte di una memoria incancellabile”.
"Saluto con vero piacere tutte e tutti i partecipanti all’incontro di oggi in vista della Giornata Commemorativa dei Giusti Italiani. Categoria speciale di persone quella. Davvero speciale". Così la senatrice a vita Liliana Segre, nel messaggio inviato in occasione della cerimonia, letto dal senatore Marco Scurria, presidente dell'intergruppo parlamentare I Giusti Italiani. "Mi capita spesso di ricordare - aggiunge Segre – che per noi perseguitati la sofferenza peggiore era rappresentata dalla Indifferenza. Che è quando nessuno ti vede, nessuno ti aiuta, tutti fingono di non vedere, di non sapere, di non capire. Ebbene quelle persone invece videro e quando non videro comunque intuirono, capirono, si resero conto e, mostrando un coraggio eccezionale a rischio della propria vita, si assunsero responsabilità. E cominciarono a fare, ad agire per impedire che altri esseri umani, ebrei per lo più, ma anche perseguitati, partigiani, militari, renitenti alla leva fascista, esponenti di minoranze fossero arrestati e deportati nei campi di concentramento e sterminio. Si trattò di uomini dello Stato, soldati ed ufficiali dell’esercito, donne e uomini delle città e delle campagne, ma anche preti e suore di molti conventi in tutt’Italia, che si attivarono, con gli espedienti a volte più disparati, per nascondere, proteggere, salvare migliaia di altri esseri umani in pericolo di vita". Doveroso ricordare con una Giornata dedicata i Giusti fra le Nazioni Italiani - conclude Segre – Le loro storie infatti sono spesso sconosciute o misconosciute, sicuramente fra il grande pubblico e invece la loro fu una vera e propria forma di intrepida 'resistenza civile' alla barbarie del nazifascismo, che insieme a quella militare delle truppe alleate e del Movimento Partigiano, avrebbe finalmente permesso all’Italia di ritrovare con dignità ed onore un posto fra le nazioni civili, dopo venti anni di dittatura sanguinaria". (Roc)
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