Un'altra inchiesta scuote il mondo del calcio: un'inchiesta partita dai cellulari sequestrati ai calciatori Sandro Tonali e Nicolò Fagioli (entrambi hanno scontato una squalifica per scommesse), relativa a scommesse su siti illegali nel periodo dicembre 2021-ottobre 2023, per cui la Procura di Milano ha disposto il sequestro di un milione e mezzo di euro e cinque richieste di arresti domiciliari. Sarebbero 12, invece, i giocatori di Serie A indagati con l'accusa di aver corrisposto somme a due gestori di piattaforme illegali di scommesse online, attraverso il coinvolgimento di tre amministratori di una gioielleria milanese: in sostanza, secondo l'ipotesi accusatoria, nei casi in cui il debito diventava pesante, gli scommettitori erano indirizzati alla gioielleria in modo che facessero bonifici tracciabili e compatibili con il prezzo degli orologi di lusso, mai però venduti. A livello di giustizia sportiva, il procuratore federale Giuseppe Chiné ha chiesto gli atti alla procura: se venisse confermato che i giocatori non hanno scommesso su partite di calcio, non sarebbero passibili di squalifiche, come si legge sulla Gazzetta dello Sport. Sono gli esiti di una complessa indagine condotta dalla Sezione di Polizia Giudiziaria -Aliquota Guardia di Finanza della Procura della Repubblica di Milano - che ha permesso di individuare un gruppo attivo nell’area milanese, ritenuto responsabile dell’organizzazione illegale di scommesse, anche attraverso piattaforme online non autorizzate, utilizzate da numerosi scommettitori. "Tale sistema - si legge in una nota della Guardia di Finanza - volto a ostacolare la provenienza illecita del denaro e a rendere difficile l’identificazione del reale beneficiano, prevedeva finte vendite da parte della gioielleria di orologi e monili di lusso che, in realtà, non venivano materialmente consegnati, ma costituivano unicamente la causale per il bonifico emesso dagli scommettitori a saldo del debito contratto per le scommesse effettuate sulle piattaforme illegali. Parallelamente, è emerso un sistema consolidato e strutturato per il pagamento dei debiti di gioco da parte degli scommettitori a favore degli organizzatori; tale meccanismo prevedeva l’utilizzo di numerosi soggetti prestanome che, mettendo a disposizione le proprie carte PostePay, account Revolut e conti correnti, ricevevano le transazioni finanziarie -quantificate in almeno € 300.000 - destinate a saldare o ridurre le posizioni debitorie derivanti dalle scommesse illegali. Per la medesima finalità, i prestanome si occupavano anche della riscossione di denaro contante, per un importo stimato di almeno € 400.000. In aggiunta, alcuni scommettitori, in cambio di bonus, ovvero di una riduzione del proprio debito di gioco, diffondevano e pubblicizzavano le piattaforme illegali nei confronti di altri soggetti, facilitando così l’apertura e il caricamento di sempre nuovi conti di gioco". (Roc)
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