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direttore Paolo Pagliaro

Noi e la guerra
sempre più vicini

Noi e la guerra <br> sempre più vicini

di Paolo Pagliaro

Due grandi imprese italiane hanno firmato pochi mesi fa un contratto nel quale per la prima volta compare una clausola che consente il recesso se scoppia un conflitto che possa coinvolgere il nostro paese. Fino a poco tempo fa, una simile clausola sarebbe stata impensabile nell'Unione europea.
Invece sta accadendo e da qui prendono le mosse il giurista Alberto Saravalle e l’economista Carlo Stagnaro – esponenti di spicco della cultura liberale - per raccontare come sotto i nostri occhi e nella generale distrazione si stia affermando un’economia di guerra. Lo fanno in un saggio intitolato appunto “Capitalismo di guerra” e pubblicato da Fuori Scena. Mettono in fila i segnali di un cambiamento che può rivelarsi letale. Cambia la politica energetica, la sicurezza sta scalzando la decarbonizzazione, ogni giorno si adottano misure sempre più invasive e discrezionali volte a mantenere o ad assicurare la sovranità tecnologica, , monitorare i flussi di dati e l’accesso dei terzi alle piattaforme online, proteggere le imprese dalla concorrenza straniera e creare campioni nazionali a forza di sussidi. I timori di guerre future finiscono con l’ incrementare una conflittualità che può rapidamente degenerare. Ci si combatte a suon di dazi, sussidi, divieti di esportazione, controlli sugli investimenti: una miscela esplosiva alimentata dal sovranismo, cioè dal frutto di un’ abile e vittoriosa battaglia culturale prima che politica.
Siamo a bordo di un’auto che si sta dirigendo ad alta velocità verso un muro, e ora si tratta di manovrare per limitare i danni. Serve un linguaggio nuovo, serve la saggezza delle classi dirigenti. Ma i due autori pensano che andrà molto peggio prima che vada meglio.

(© 9Colonne - citare la fonte)