Sono andato alla celebrazione della Domenica delle Palme nella cattedrale di Verona. La processione é cominciata dal cortile del Vescovado, risparmiata dalla pioggia. Magistrale come sempre l'omelia del nostro Vescovo Domenico. Ha esordito sottolineando come "in quel giorno", quello in cui Gesú fece la spola fra il re giudeo e il governatore romano, Erode e Pilato, i due avversari diventano amici trattando questo caso spinoso. Gesú é sacrificato alla ragion di stato sotto la spinta del sinedrio. Una storia umana, che é una galleria degli orrori, nella quale la gente povera viene sacrificata, come possiamo vedere anche oggi in Ucraina, in Sudan e in tante altre realtá del pianeta.
Non ci sono ragioni, ha continuato il Vescovo, che spieghino questi orrori ma solo interessi mascherati da ideali.
Gesú non é un pacifista ma un pacificatore, sale su di un asino, simbolo della mitezza, non su un carro con cavallo, simboli di potenza e di guerra. Sa di dividere, come era successo nel sinedrio, come succederá sul calvario fra i due ladri, ma non incita alla violenza, non si lega al potere. Si rifá al pane spezzato. Il popolo stava a guardare, mentre i suoi capi cercavano di condannarlo, possibilmente a morte. Potere civile e talvolta religioso mascherano la realtá vera, e il popolo continua a guardare. Alla fine rimane spiazzato.
La guerra, ha continuato il Vescovo Domenico citando Paul Valery, é un massacro di persone che non si conoscono per conto di persone che si conoscono bene, violenza gratuita. Gesú non ricorre alla violenza e ordina di riporre la spada nel fodero.
Concludendo, ha sottolineato che Gesú non salva solo se stesso, ma salva tutti, non con la forza ma con la pace. Cosí va contemplato nella settimana della passione e della resurrezione.