Rizziconi 19 apr - Un casolare rurale, immerso nella quiete della campagna calabrese, si è rivelato essere il cuore pulsante di un sofisticato impianto per la raffinazione della cocaina. È quanto emerso da una perquisizione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, nel territorio del comune di Rizziconi. All’interno dell’edificio, apparentemente abbandonato e isolato, i militari hanno fatto una scoperta impressionante: oltre 100 chilogrammi di cocaina purissima, suddivisi in panetti e occultati con cura in un’intercapedine nel sottotetto, abilmente murata. Secondo le stime degli inquirenti, il valore del carico sequestrato — una volta tagliato e immesso sul mercato illecito — avrebbe potuto superare i tre milioni di euro, alimentando un sistema di narcotraffico con ramificazioni anche fuori dai confini nazionali. Ma il vero colpo di scena è stato il ritrovamento, all’interno dello stesso immobile, di un laboratorio chimico perfettamente attrezzato. Forni ad alta temperatura, strumenti di precisione, reagenti chimici, tute protettive e mascherine: tutto il necessario per trasformare la cocaina grezza in prodotto finito, pronto per essere confezionato e distribuito. Un impianto professionale, frutto di competenze tecniche e investimenti consistenti, che trasforma il casolare in una vera e propria raffineria clandestina. Il luogo scelto non è casuale. L’immobile sorge in un’area agricola defilata, ma strategicamente vicina a importanti vie di comunicazione. Un contesto ideale per mimetizzare attività criminali e sfuggire ai controlli. L’operazione conferma ancora una volta la capacità delle organizzazioni mafiose di sfruttare il territorio per nascondere le proprie attività, celandole dietro facciate rurali e contesti apparentemente innocui. L’intervento rientra in un più ampio piano di controllo del territorio e contrasto al traffico di stupefacenti messo in campo dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, con particolare attenzione alla Piana di Gioia Tauro, area storicamente sensibile alla presenza e alla pressione delle cosche mafiose. Al momento, le indagini proseguono per individuare i responsabili e ricostruire l’intera filiera del traffico. Si precisa che ogni eventuale persona coinvolta è da considerarsi presunta innocente fino a condanna definitiva. (19 apr – sem)