(20 dicembre 2021) Da Mantova al Senegal, passando attraverso la rotta della storica Parigi Dakar, il tutto a bordo di un’ambulanza. Si tratta della “Rust 2 Dakar”, l’impresa che Daniele Gotti, fondatore di Ethics Expo, affronterà a partire dal 31 gennaio 2022 assieme a Emilio Pinotti, veterano delle spedizioni umanitarie, in particolar modo durante la guerra nell’ex Yugoslavia, e con Maurizio Lazzati: lo scopo di questo viaggio di oltre quattromila chilometri è quello di donare l’ambulanza, dotata di un defibrillatore a uso pediatrico, alle popolazioni dell’estremo sud del Senegal. “La Rust 2 Dakar è un “charity rally”, vale a dire un viaggio nel segno della solidarietà per aiutare i progetti delle due Ong organizzatrici, Tavolo 8 onlus e Bambini nel Deserto” spiega Daniele Gotti. Il team, che vede anche la partecipazione di Lorenzo Manzini e Pietro Setti, i quali seguiranno la spedizione da Mantova, si sta preparando per questo viaggio tra l’Italia, la Francia, con il traghetto che da Marsiglia li condurrà in Marocco, poi la partenza verso la tappa finale, il villaggio di Essoukoudiak. Inizialmente, la “Rust 2 Dakar” avrebbe dovuto svolgersi dal 27 dicembre al 9 gennaio, ma l’aumento dei contagi Covid e le difficoltà per degli spostamenti di carattere internazionale in questa fase della pandemia, hanno portato gli organizzatori a optare per uno slittamento alla fine di gennaio. In un viaggio del genere non mancheranno certamente i pericoli, come racconta Gotti: “I rischi maggiori a cui potremmo andare incontro sono possibili problemi di natura meccanica. Non dovrebbero esserci, invece difficoltà di carattere geopolitico. E poi l’escursione termica tra il giorno e la notte, l’alimentazione o il rischio di malattie. Altra cosa che crea un mare di imprevisti ma che, in fondo, è il fascino della “Rust 2 Dakar” è che nessuno, se non gli organizzatori, conosce il percorso delle varie tappe che si affronteranno. Infatti il roadbook viene consegnato solo prima della partenza. La preoccupazione maggiore, però, è un’altra: affronteremo oltre quattromila chilometri con un mezzo logicamente non idoneo per viaggi di questo genere”. Appunto, un’ambulanza. Perché la scelta è ricaduta su questo veicolo? Gotti e il suo team non hanno mai avuto dubbi: serviva qualcosa di utile a livello sanitario in quei territori e che permettesse di raggiungere rapidamente il maggior numero di persone possibili. E mentre continua il conto alla rovescia, l’adrenalina inizia a farsi sentire: “L’emozione cresce, giorno per giorno. Così come la responsabilità nei confronti di tutte quelle persone e aziende che hanno creduto in noi e hanno contribuito perché tutto ciò potesse prendere vita. Sappiamo che, a livello umano, quella che stiamo facendo è semplicemente la cosa giusta da fare. Soprattutto se pensiamo agli sguardi di chi ci vedrà arrivare, sguardi che si incroceranno con i nostri, stanchi ma pieni di gioia. È per vivere un momento del genere che ne varrà la pena” conclude Daniele Gotti.
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